Ventiquattro miliardi di euro. Ecco lo spettro che si agita davanti alle case automobilistiche in coda a questo tormentato 2019. A tanto ammonta la mega-sanzione che molti costruttori dovrebbero pagare, se non sapranno adeguare in fretta le loro flotte alle normative Ue, che prevedono un robusto taglio delle emissioni di CO2 a partire dal primo gennaio 2020.
Il limite è fissato a 95 g/km, un traguardo ancora molto lontano per gran parte delle auto oggi in produzione. Ma c’è un modo per evitare o ridurre le sanzioni, cioè produrre veicoli virtuosi, capaci di rispettare la nuova barriera anti-inquinamento o di collocarsi sotto la soglia critica.
Leggi anche: Tesla Model S V10, la prova su strada di QN Motori
Le case che sapranno farlo si garantiranno un ’premio-qualità’ nel complicato bonus/malus delle emissioni. In altre parole, le auto elettriche possono riscattare i ’peccati’ dei veicoli ritenuti troppo inquinanti e limitare l’effetto delle multe.
La corsa green
Così si spiega la corsa sfrenata delle grandi case automobilistiche verso i veicoli a batteria o elettrificati (ibrido classico, plug-in, mild-hybrid). È la strada più sicura per elevare la media di auto virtuose dentro le grandi flotte mondiali. E mettere al sicuro l’equilibrio dei bilanci.
Ecco perché tutti cavalcano l’onda elettrica e si affannano a presentare nuovi modelli a basse emissioni, con la speranza che gli incentivi statali ne incoraggino l’acquisto da parte dei consumatori. Secondo calcoli ottimistici, le case sarebbero in grado di ridurre le sanzioni a 9 miliardi di euro complessivi. Ma il rischio è che il peso di queste multe si scarichi sui clienti.
Giuseppe Tassi
Ultima modifica: 2 Gennaio 2020