Il primo Audi Summit della storia è stato davvero un evento epocale per il mondo dell’auto. E non solo per la presentazione della A8, l’ammiraglia supertecnologica che apre la strada alla nuova famiglia AI, proiettata verso la guida autonoma.
Il Summit è stato molto di più del reveal di una nuova auto, è stato un vero e proprio salone monomarca.
Nel quartiere fieristico di Barcellona il marchio dei quattro anelli ha acquisito due padiglioni interi per mostrare la sua intera produzione. Con uno sforzo organizzativo paragonabile a quello di un veto e proprio salone. Uno stand gigantesco, con grande prato centrale, ospitava l’area espositiva. E ai quattro angoli si svolgevano workshop per aggiornare i 600 giornalisti, arrivati da tutto il mondo, sulle tecnologie e le filosofie di Audi. Con tanto giro virtuale in una Barcellona del 2025. E nel padiglione attiguo è stata creata una mini pista per mostrare le auto in movimento, Mentre un maxischermo diffondeva immagini ad alta suggestione e un corpo di ballo sprizzava energia pura sul palco.
L’idea di Audi è di ripetere con cadenza annuale questo Summit, duplicandolo con una sessione invernale. Un modo per comunicare in modo diretto con la stampa specializzata. Concentrando tutta l’attenzione sul brand.

L’impegno economico è rilevante e comporterà una diversa gestione delle presenze ai grandi saloni internazionali. Audi medita di ridimensionare il proprio impegno. E di affidare alle proprie sedi territoriali l’organizzazione degli eventi classici come Ginevra, Parigi o i saloni italiani di Bologna e Torino.
Quale futuro per i saloni classici?
La portata rivoluzionaria dell’Audi Summit risulta evidente se la si colloca nel contesto attuale. Con la progressiva rinuncia di molti marchi ai tradizionali saloni dell’auto. A Francoforte saranno assenti nove marchi. Con PSA e FCA in prima fila e l’elenco delle defezioni potrebbe allungarsi.
Ecco perchè la nuova formula del Salone monomarca potrebbe prendere piede tra i brand che vogliono razionalizzare le loro politiche di spesa. E focalizzare il messaggio. Resta la grande incognita del rapporto diretto con il pubblico. Assente nel Summit e garantito dai grandi saloni internazionali.
La via di sopravvivenza per i Motor Show di tutto il mondo sta nel rinnovamento della formula. Più test drive, più contatti diretti con la macchina. Perchè nessuna prova online e nessun simulatore di guida potrà mai dare la sensazione del contatto vero e diretto con l’auto dei sogni.
Giuseppe Tassi

Ultima modifica: 14 Luglio 2017