Del vecchio Motor Show resta solo il logo con una nuova appendice: la parola Festival. Dopo 42 anni di successi e cadute la fiera del rombo lascia la sua culla, i padiglioni della Fiera di Bologna e la mitica area 48, per trasferirsi a Modena.

Motivi di bilancio (-1,7 milioni di euto il saldo negativo dell’ultima edizione) e scelte dettate dalla politica chiudono un’era irripetibile. L’obiettivo dichiarato di BolognaFiere e della Regione Emilia Romagna è quello di creare una manifestazione davvero alternativa ai classici saloni. Un festival che abbia al centro l’auto e la sua evoluzione.
Così dal 16 al 19 maggio, sotto cieli tersi e a primavera inoltrata, andrà in scena il primo Motor Show targato Modena. La nuova rassegna sarà soprattutto una cassa di risonanza della «Motor Valley», il marchio lanciato dalla Regione Emilia Romagna che raccoglie sotto la sua etichetta i grandi brand del territorio (Ferrari, Maserati, Lamborghini, Ducati, Pagani, Magneti Marelli, Dallara, Toro Rosso) i ricchi musei di auto e moto, il circuito di Modena, dove si svolgeranno gare ed eventi. E il polo universitario che diventerà un laboratorio a cielo aperto per studiare il futuro dell’auto.

Il progetto mira a moltiplicare l’appeal turistico della regione dei motori. E a mobilitare un pubblico diverso e più assortito. E’ una manifestazione che strizza l’occhio alla famiglia e alla cultura motoristica declinata sul tema del futuro. Qualcosa che è molto più vicino alla filosofia di Torino Parco Valentino che al tradizionale Motor Show bolognese. Che era più popolare e ruspante nelle sue proposte.

Prevista, come è ovvio, la presenza di Case automobilistiche con i loro nuovi modelli. Ma non come elemento centrale di una rassegna che intende mettere a frutto le risorse del suo territorio. E diventare un efficace strumento di promozione.
Un nuovo Salone a Milano?
E i nostalgici del vecchio Motor Show, con la sua miscela di motori, belle donne e spettacolo? Lo spirito della kermesse bolognese potrebbe rinascere a Milano. Che da tempo ambisce ad avere un proprio Salone dell’auto. Dopo il tentativo di Alfredo Cazzola, andato a vuoto un paio di anni fa, i tempi sembrano maturi per vincere la scommessa. E forse allora i Motor Show diventeranno due.
Giuseppe Tassi

Ultima modifica: 1 Ottobre 2018

