Ricevere una multa è una delle cose che più di ogni altra è capace di turbarci una giornata. A prescindere da cosa sia accaduto realmente, ogni automobilista tende a viverla come una ingiustizia o comunque un accidente negativo. Ma prima di farsi il sangue amaro è bene sapere che non sempre è inevitabile soccombere alla polizia stradale, ai vigili urbani, o quanti altri ci notificano un verbale di infrazione al Codice della strada. Quando è possibile contestare una multa? Scopritelo insieme a noi.

Forma e sostanza: i possibili motivi di impugnazione

Per ricorrere contro una multa è necessario accertarsi ve ne siano le condizioni fondamentali. In sintesi le cause di possibile impugnativa sono due tipi: sostanziali e formali. Nel primo caso l’automobilista può eccepire irregolarità dell’organo accertatore in relazione al merito specifico della presunta violazione. Ovvero: come si sono svolti i fatti e perché tale situazione può essere stata sanzionata. La seconda categoria da considerare è quella inerente i dettagli formali del verbale, dunque la procedura seguita. La gran parte dei ricorsi verte su quest’ultimo aspetto. Ci sono verbali sprovvisti persino della sottoscrizione dell’agente accertatore, quelli che riportano la targa del veicolo in maniera errata, quelli che non indicano le modalità per il pagamento o per fare ricorso.

Nella sostanza, le contravvenzionate che è possibile contestare sono quelle che recano una inesatta ricostruzione dei fatti o, peggio, il travisamento degli stessi. Se ci viene contestato di aver parcheggiato su uno stallo riservato a particolari categorie svantaggiate, e invece la nostra auto era regolarmente in sosta nelle strisce blu o bianche, la multa può essere senz’altro impugnata.

Chiaramente non tutti gli errori garantiscono la possibilità di opporvisi con successo. Perché si abbia chance di accoglimento occorre che le irregolarità siano rilevanti e dimostrabili. Non sono sufficienti lacune marginali o comunque colmabili attraverso l’analisi complessiva della documentazione. Se, ad esempio, il verbale che ci è stato notificato non indica il numero dell’articolo del Codice della strada ma soltanto la descrizione della violazione, la mancanza può essere fatta presente al giudice ma non dà garanzie di accoglimento. Se invece a essere omesso è il numero di targa, il ricorso sarà vinto in partenza in quanto si tratta di un identificativo irrinunciabile.

Occhio poi ai termini di notifica, altra fondamentale motivazione di impugnativa. La legge impone agli organi che emettono la sanzione di recapitare la contravvenzione entro un massimo di 90 giorni dall’episodio censurato. Altrimenti il verbale sarà annullabile. C’è infine l’amplissimo capitolo autovelox: la mancata taratura o la inadeguata segnalazione sono potenziali motivi di accoglimento della istanza.

Ultima modifica: 21 Maggio 2021