Perché gli americani sono Alfisti

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Nonostante il protezionismo dell’industria automobilistica americana che viveva con grande preoccupazione il successo dei marchi stranieri, in particolare di quelli sportivi e alcune fasi ondivaghe di mercato, il rapporto tra l’Alfa Romeo e gli automobilisti americani è consolidato e caratterizzato da un notevolissimo affetto. Gli americani amano l’Alfa per la sua anima sportiva, per la sua idea di libertà con i modelli spider e per lo stile inconfondibilmente italiano che negli States ha sempre grandissimo successo.

Il successo di Alfa Romeo in America

Il marchio di Arese cominciò a esportare i suoi primi modelli oltreoceano nel primo dopoguerra quando all’inizio del 1950 i primi modelli iniziarono a imporre soprattutto la leggendaria Spider. Il mercato di riferimento diventò quello californiano grazie anche alla pubblicità portata dallo showbiz: gli attori e i musicisti che scelsero l’Alfa (Jack Nicholson, Richard Gere all’epoca di “American Gigolo”) crearono un plus valore in termini promozionali di grande importanza.

Il boom arrivò negli anni ’80 quando Giorgio Moroder e Blondie, all’epoca all’apice del successo con la canzone colonna sonora di American Gigolo “Call Me”, si presentarono su qualsiasi passerella con le Alfa Spider, rosse e scoperte. Gli ordinativi aumentarono. Anche i vecchi modelli di Giulietta e di Alfetta cominciano a ottenere consensi al punto gli la Alfa ne produce alcune appositamente ‘vestite’ per il mercato statunitense come la Alfetta 2.0 litri America: doppio faro rotondo, assetto sportivo, cerchi in lega, fascioni portivi e spoiler. I 1300 esemplari realizzati come scommessa per capire se e come mantenere il marchio in distribuzione su un mercato sempre più competitivo vanno a ruba.

L’Alfa resiste negli Stati Uniti cinquant’anni nonostante il protezionismo

La crisi del mercato internazionale legata anche ai problemi di austerity ridimensiona le ambizioni dell’Alfa che a metà degli anni ’90 abbandona gli States complice anche il modesto successo della 164. Gli appassionati, che avevano comunque acquistato tutti i modelli disponibili dell’Alfetta Milano (prodotta solo per gli USA) e della Spider Veloce non la prendono bene: il valore dei mezzi usati e di quelli d’epoca sale alle stelle. Non solo, ma dopo il 1995 genera un caso clamoroso, quello della Autdelta, una fabbrica americana di Nashville, Tennesse, che produce con l’autorizzazione dell’Alfa Romeo diversi prodotti assemblati nei padiglioni di casa: Gtv, Spider e 166 vedono la luce con le caratteristiche delle auto originali ma con le dotazioni di legge americani.

Il ritorno dell’Alfa con il nuovo millennio, il caso Autodelta

In tutto vengono prodotti circa numerosi esemplari in nove anni, tutti venduti quando la commissione per l’ambiente mette sotto indagine la Autodelta per avere aggirato i protocolli contro l’inquinamento. La proprietà dell’Autodelta rischia grosso con una sanzione di tre milioni di dollari e undici capi d’accusa. L’anno dopo l’Alfa Romeo si convince a tornare sul mercato americano in pianta stabile. Iniziando a portare Brera, Spider e 8c e 169. Il mercato risponde bene e grazie anche al ritorno del Biscione in F1 il responso sta considerevolmente crescendo con Giulia, Giulietta e Stelvio,  e in attesa dell’arrivo della Tonale che guarda con grande interesse proprio al mercato americano.

Ultima modifica: 12 Settembre 2019