Chi era Patsy Kensit, la donna che sogna la Panda

Patsy Kensit per un decennio abbondante è stato il sogno proibito di milioni di maschi: bellissima, più di una fotomodella, raffinata ed elegante tanto da meritarsi le prime pagine dei giornali più patinati ma con un broncio da eterna ragazzina che la faceva sembrare la più bella del quartiere e non una delle donne più belle del mondo. Non era una cantante strepitosa ma esordì come voce solista del gruppo Eighth Wonder, l’ottava meraviglia. Un nome senza dubbio evocativo.

Una band senza cantante né canzoni

Gli Eighth Wonder in realtà iniziano senza Patsy: la band era guidata da suo fratello Jamie e aveva qualche velleità in un periodo in cui cominciavano a esplodere le prime boy band e le ragazze di tutto il mondo si spaccavano tra Duran, Spandau e Depeche Mode. Jamie, chitarrista di discreto talento aveva scritto alcune canzoni e aveva provato a inciderle a più riprese rimediando anche qualche contrattino per alcuni live del venerdì sera universitario. Jamie e Patsy (Patricia Jude Francis) erano figli della buona borghesia, vivevano ad Hounslow, non avevano problemi di soldi e si potevano permettere le migliori scuole private compresa quella di recitazione. Patsy a quattro anni fece il suo esordio in uno spot per il talco, poi parecchia pubblicità prima di puntare a cinema e teatro. La band del fratello, cinque anni più grande di lui, ingrana ma fino a un certo punto: il gruppo si chiamava Spice. Nell’aprile del 1984 il cantante originale del gruppo abbandona portandosi via le sue canzoni e quello che resta della band si ritrova nel garage dei Kensit a provare qualcosa senza avere brani propri e nemmeno una voce.

Patsy, aspirante attrice diventa cantante

Patsy, gironzola intorno alla sala prova e fa il suo esordio con un fogliettino scritto con un pennarello rosso: “Vi ho scritto qualcosa”. È “Stay With Me”, un divertente gioco di parole che Patsy aveva dedicato all’imbranatissimo boyfriend di allora: la ragazza aveva sedici anni. La band ci strimpella sopra un brano tutto impostato sulle tastiere, molto pop, e il gioco è fatto. Con cinque canzoni e due cover (“Heart of Glass” dei Blondie e “Brass in Pocket” dei Pretenders, Patsy ancora non sapeva che qualche anno dopo avrebbe scippato il marito alla cantante di quella stessa band), il gruppo si presenta sul palco di un club Wimbledon per il suo primo live. Patsy ha una voce infantile ma estremamente sexy e, cosa più importante, è splendida: ha un vestito rosso cortissimo e un paio di ballerine che dopo una canzone si toglierà restando a ballare scalza fino alla fine dello show. Quando le cose devono andare dritte… tra il pubblico c’è il regista Julian Temple, all’epoca famosissimo e richiestissimo: lavorava con David Bowie, i Japan, Duran Duran e Grace Jones. Temple alza il telefono e dopo due giorni gli Eighth Wonder hanno il loro primo contratto. “Stay With Me” diventa un successo epocale in Italia, in Giappone e poi in Francia dove definiscono Patsy la degna erede di Brigitte Bardot.

Il giallo della spallina scaduta

La carriera degli Eighth Wonder non sarà molto lunga, due soli dischi e una manciata di singoli. Ma in Italia tutti si ricordano di Patsy per due fatti molto particolari: nel 1987, con la band ormai destinata a sciogliersi e Patsy, con due film in uscita e altri quattro in produzione, ormai proiettata verso il cinema. La band si presenta a Sanremo ma nel bel mezzo dell’esibizione alla cantante si stacca una spallina. La Rai, in diretta, mostra tutto. You Tube non c’era…. Ne nascerà un piccolo scandalo così com’è abituale costume sanremese perché molti ipotizzarono che la cosa fosse stata architettata o dalla stessa cantante o da qualcuno del suo entourage. Patsy, molto offesa, respingerà qualsiasi accusa parlando di incidente involontario.

Patsy annuncia “Voglio una Panda 30 gialla”

Qualche mese dopo gli Eighth Wonder tornano in Italia per partecipare ai TeleGatti, poi a Vota la Voce e infine al Festivalbar. Il gruppo non se lo fila nessuno: tutti vogliono solo la splendida Patsy che nel frattempo si è sposata. È un personaggio amatissimo e potrebbe dire quello che vuole: in conferenza stampa un giornalista le chiede, visto che ora è davvero molto ricca, che cosa vorrebbe regalarsi. Patsy si illumina in un sorriso radioso: “Finalmente sono riuscita a prendere la patente, prima con tutti i viaggi e gli impegni non ci riuscivo e così adesso posso regalarmi l’auto dei sogni”. E tutti a pensare… Jaguar, Bentley, Aston Martin… “Ma no, la Panda! Non trovate che sia splendida, così semplice ed essenziale? Io detesto i macchinoni, sono volgari – dice con la sua adorabile vocina da Lolita – se la trovo me la prendo in Inghilterra se no la vengo a comprare qui. La voglio gialla. Mi devono vedere tutti”.

Un amore di auto tra tanti amori che se ne vanno

Lo spot pubblicitario della Panda di Patsy Kensit rese davvero tanto alla Fiat: ci fu addirittura la corsa dei concessionari a offrirle una Panda 30 (“voglio quella piccola…” aveva detto l’attrice) customizzata proprio del colore che voleva lei. Alla fine Patsy fu accontentata e le arrivò una Panda giallo canarino che la star custodì per anni: fu vista parcheggiata per molto tempo nella splendida casa di Killeney House dove visse quando sposò il cantante dei Simple Minds Jim Kerr e anche fuori dalla villetta di Elsworthy dove visse con il terzo marito, il tormentato cantante degli Oasis Noel Gallagher. Patsy Kensit è un’attrice ormai affermata con un curriculum piuttosto importante, due figli, quattro ex mariti e due compagni, anche loro persi per strada: “Ora che ci penso ho avuto relativamente pochi boyfriend – ha dichiarato non molto tempo fa – ma me li sono sposati praticamente tutti. Riflettendoci ho avuto molte meno auto di quanti non siano stati i miei uomini”. Oggi Patsy non ha più la Panda gialla e guida malvolentieri: ha superato tanti problemi personali ed è riuscita a riconquistare ruoli importanti, in particolare nella serie “Holby City” e gli ultimi scatti la offrono in gran forma nella sua casa nei pressi di Notting Hill dove vive con i figli James e Lennon e il loro gatto.

Ultima modifica: 8 Gennaio 2020