Ci sono anche nelle storie di grande successo dei momenti di appannamento, dai quali nascono scelte incomprensibili ai più. E’ forse il caso della poco conosciuta moto Ferrari, uscita in un unico esemplare e abbandonata al suo destino di pezzo da collezione, prima che il mercato potesse esprimere un giudizio completo.
Era il 1990 e il grande Enzo Ferrari è morto da due anni. C’è il figlio del fondatore, Piero, che benché sia impegnato nell’azienda del padre da una ventina di anni, pensa forse di poter lanciare un’idea che lo distingua da un’immagine ancora così ingombrante, come quella del grande Drake.
Nasce la moto Ferrari 900
In realtà la Ferrari 900, così si chiamerà quell‘esemplare unico, non è nata nelle officine del cavallino rampante, ma da un’idea di David Kay, della David Kay Engineering. Tra i due, dopo la morte di Enzo Ferrari, c’è un fitto carteggio con la descrizione del progetto di una moto che abbia il marchio Ferrari. E Piero si lascia convincere della bontà del progetto.
Del resto il concept alla base della produzione rispecchia in pieno lo stile Ferrari: una produzione artigianale, con la cura maniacale di ogni pezzo, ogni dettaglio e uno studio ingegneristico molto particolareggiato. Ci vollero 3000 ore di officina per arrivare a completare la Ferrari 900, che montava un motore a quattro cilindri in linea a 16 valvole con raffreddamento ad aria.
La cilindrata di 900 cc poteva spingere a una potenza massima di 105 cavalli. Aveva un cambio a 5 velocità e con un peso di 172 chilogrammi poteva raggiungere i 265 chilometri orari di velocità massima.
L’estetica poco convincente della Ferrari 900
Aveva una carenatura naturalmente rosso Ferrari, con il logo del Cavallino rampante sul serbatoio e sui laterali del motore. Forse i dettagli estetici più belli, su un design che non è stato particolarmente accattivante, erano costituiti dai quattro scarichi, due per lato, e dai cerchi da 17 pollici di diametro Astralite.
Di quell’unico esemplare prodotto sappiamo che negli anni è stato messo più volte in vendita e per cifre che soltanto gli appassionati possono permettersi. L’ultima volta è stato battuto all’asta il 29 aprile 2012 per 85mila sterline, poco più di 104mila euro. E non è stata una vendita facile.
Quattro anni prima il proprietario aveva cercato di venderla a un prezzo ancor più elevato: 180mila sterline, circa 220mila euro. L’asta andò deserta e soltanto nel 2012 si è fatto avanti un compratore, che ha voluto rimanere anonimo.
Ultima modifica: 10 Ottobre 2018