Di fronte al rischio di scelte strategiche sbagliate in un paese enorme dove qualsiasi strategia può diventare un boomerang sul fronte sia industriale che energetico che ambientale, l’India ha impiegato quasi una decina d’anni prima di approvare il piano programmatico per la mobilità nazionale. Parliamo di un paese enorme, che ospita almeno un miliardo e mezzo di abitanti (un miliardo e trecento milioni secondo le stime ufficiali) ma anche di uno dei primi motori industriali del pianeta con diversi gruppi automobilistici e motociclistici di grandezza assoluta: di qui la necessità di non fare scelte sbagliate. E la scelta che l’India ha deciso di fare, precorrendo i tempi di numerose aree rurali ancora molto arretrate, è quella della mobilità elettrica.
La scelta della mobilità elettrica era l’unica possibile per l’India
D’altronde l’India, in tempi certo non sospetti, era stato uni dei primi paesi a includere la mobilità tra le primarie esigenze dell’approvvigionamento elettrico: era il 2003. Già sedici anni fa si parlava di “incoraggiamento e impulso alla scelta industriale delle aziende per produrre motori elettrici e di forte sostegno commerciale all’acquisto da parte degli acquirenti”. Questa dichiarazione programmatica ha colto nel segno solo relativamente: oggi la percentuale di mezzi elettrici si limita a numeri decimali di scarsissimo peso e quasi esclusivamente nelle grandi città. Nel frattempo purtroppo sono aumentati gli incidenti e il tasso di inquinamento è diventato uno dei più preoccupanti del pianeta.
L’India è uno dei paesi che in assoluto annovera il maggior numero di vittime per incidenti stradali. Il ministro a strade, trasporti, viabilità e mezzi di trasporto Nitin Gadkari, che come il resto del consiglio ministeriale decadrà l’anno prossimo, ha dato precise indicazioni in tal senso: “L’unica soluzione per l’India è la mobilità elettrica, la ricarica della batteria di un veicolo da parte di una stazione di ricarica – ha spiegato il Ministro dell’Energia al The Economic Times – è un costo industriale, energetico e sociale ancora sostenibile”.
Il governo indiano chiede alle grandi industrie di aumentare la produzione
Dichiarazioni importanti che hanno ulteriormente spinto le principali aziende automobilistiche del paese a produrre modelli elettrici a fronte di un governo finalmente intenzionato a sostenere la disposizione di un maggior numero di colonnine di rifornimento presso aeroporti, stazioni di autobus e ferroviarie, alberghi garantendo incentivi anche a chi volesse decidere di aprire su un proprio spazio un’attività di approvvigionamento elettrico 24/7 per auto non inquinanti. Anche la produzione di auto sta aumentando, non solo utilitarie…
Non è detto che questo governo possa andare avanti con un ulteriore mandato ma è certo che le grandi aziende vogliono che questo processo prosegua tant’è che è immediatamente stato indetto un forum per creare omogeneità nel modello di business tra tutte le aziende limitando non tanto i danni della concorrenza ma quelli delle scelte sbagliate. Awadhesh Kumar Jha, vice Presidente del Forum indiano per la guida sostenibile dice che questo passo era fondamentale perché senza volontà politica non può esistere l’iniziativa industriale; anche le aziende coinvolte nella fornitura elettrica parlano di “idee chiare e progetti a lungo termine”.
Ultima modifica: 8 Ottobre 2019