Honda, sono in arrivo le moto a idrogeno?

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Quello a idrogeno sembra essere il propulsore perfetto: non inquina, non sottrae risorse non rinnovabili alle generazioni presenti e nemmeno a quelle future, restituisce all’atmosfera solo acqua. E allora perchè stenta a diffondersi? Perché nell’era della mobilità sostenibile non si parla di più di idrogeno e non si mettono in circolazione modelli di veicoli – auto, ma anche moto, camion, furgoni – capaci di utilizzare questa risorsa per circolare?

Da un lato, va detto, che qualche timido segnale in questo senso sta arrivando da alcuni costruttori: qualcuno ha già a listino auto che viaggiano a idrogeno, per altri si stratta, al momento, di un mero esercizio di stile. In ogni caso, stiamo parlando di una sparuta minoranza: non sono tanti nel mondo automotive e sono ancora meno nel mondo delle moto.

D’altro lato bisogna fare i conti con le infrastrutture, al momento – per lo meno in Italia – non ancora pervenute, il che significa che viaggiare in Italia con veicolo a idrogeno – a meno che non si sia diretti fuori confine, meglio se verso nord – è praticamente impossibile. Eppure, rumors dicono che un noto costruttore di motociclette – Honda, per dirla tutta – avrebbe messo punto la prima moto a idrogeno. Ma quanto costa? E’ già sul mercato? Si tratta, altresì, di prototipo?

Vediamolo insieme.

La rivoluzione è vicina?

Prima di entrare nel merito della faccenda, va detto che non si tratta di un rumors dell’ultima ora, anzi. A dirla tutta, è da tempo che si sente parlare dell’arrivo di una moto Honda a idrogeno.

D’altro canto, non c’è nemmeno troppo da stupirsi: in Giappone la mobilità sostenibile fa rima con mobilità a idrogeno e pertanto non deve sorprendere che il costruttore giapponese stia mettendo a punto una moto così concepita. Però, al momento, non nonostante la notizia sia già in circolazione da mesi e mesi, non si sa esattamente a che punto siano i lavori.

Di sicuro, a quanto pare, starebbero circolando bozzetti sempre maggiormente dettagliati, tanto che per alcuni sembrerebbe vicina l’omologazione. Ma forse, per ora, si tratta solo di richiesta di brevetto, oppure chissà. Di certo il costruttore nipponico sta lavorando in questa direzione. Certo gli aspetti da chiarire sono ancora numerosi e variegati.

In Giappone la direzione è quella giusta

Per capire meglio come si evolverà la vicenda, si deve partire da un discorso “politico”. Come infatti si è accennato in apertura e come del resto è facile intuire, le nuove tecnologie – soprattutto quelle che richiedono particolari infrastrutture – per poter essere radicate in un territorio, devono prima di tutto essere “digerite” dal legislatore.

Il quale, con diverse metodologie e formule, può incentivare o meno la diffusione di una data innovazione. Si tratta, questo, di un principio inossidabile e inconfutabile. Pertanto, se è vero come è vero che in Giappone la direzione intrapresa è quella dell’idrogeno, non vi sono dubbi circa la fattibilità del progetto di Honda.

Quello che invece va meglio compreso, è la diffusione della moto a idrogeno oltre i confini giapponesi. In altre parole, se – come è vero – in Europa ancora non sono state messe in atto azioni massive per diffondere la tecnologia a idrogeno, non è da escludersi che per ora – il che potrebbe significare anche qualche anno – la moto a idrogeno di Honda ci limiteremo a guardarla solo durante le fiere e i saloni internazionali.

I vantaggi della moto a idrogeno

Ammesso, quindi, che la moto a idrogeno avrà un futuro anche alle nostre latitudini, viene da chiedersi quali sono – se ci sono – i vantaggi nell’adottare una tecnologia così sofisticata, e quindi costosa, sulle due ruote. Il primo vantaggio è naturalmente quello sull’impatto ambientale: le auto e le moto a idrogeno, a quanto si sa ad oggi, di fatto hanno un impatto pari a zero.

Impatto pari a zero anche quello in termini di decibel: le moto a idrogeno, infatti, non fanno rumore. Per gli appassionati e per i puristi del genere, questo potrebbe addirittura rappresentare un problema: che moto è una moto che non romba?

Però, per la collettività, si tratta di un vantaggio non secondario, come è noto l’inquinamento acustico – soprattutto nelle città – è un problema serio. Certo resta il problema della sicurezza: una moto che non romba, è vero che non dà fastidio acusticamente, ma è altrettanto vero che sopraggiunge senza essere notata, un po’ come avviene per gli scooter e le auto elettriche, e dunque può cogliere impreparato l’automobilista o il pedone. Ma si tratta di un problema non problema: non è infatti impensabile che si possa provvedere, già in fase progettuale, a inserire degli alert.

Il problema è il rifornimento

Dunque, ricapitolando, la notizia che Honda starebbe per mettere sul mercato una moto a idrogeno non stupisce e non deve stupire.

Quella dell’idrogeno è infatti oramai una tecnologia tecnicamente testata e valida dal punto di vista della sicurezza, forse un po’ meno dal punto di vista economico, ma ciò è normale quando una tecnologia è agli esordi. restando su Honda, si sa che i test vanno avanti e che c’è una volontà a livello decisionale di immettere in strada mezzi a idrogeno: si mormora che entro il 2020 potrebbero essere 400 o addirittura 500 mila i veicoli a idrogeni giapponesi.

Quando alla diffusione della tecnologia in Europa e in Italia, soprattutto per il Bel Paese – al momento – sembra prematuro poter parlare di comparsa sulle strade delle prime moto (ma il discorso vale anche per le automobili e per gli altri mezzi) a idrogeno. Il problema, come è evidenziato, è politico e quindi, a cascata, infrastrutturale.

In altri termini, finché i decisori, i politici, non metteranno a punto una strategia di diffusione di questa tecnologia, la sua diffusione sarà pressoché inesistente. Sì, perchè un po’ come è già successo per i motori elettrici, finché non vi saranno le infrastrutture per il rifornimento di questi veicoli (in questo caso di queste moto), la tecnologia a idrogeno non potrà diffondersi. E’ questo un fatto inconfutabile e incontrovertibile.

Ultima modifica: 10 Maggio 2019