Tenere in ordine i documenti di un veicolo è il primo passo per non farsi cogliere impreparati dinanzi a un controllo delle forze dell’ordine. Le quali, per svariate ragioni, possono chiedere (e anche pretendere) che l’automobilista fermato esibisca tutta i documenti che attestino la sua idoneità a circolare in generale – quindi la validità della patente – e a circolare con quel dato veicolo in particolare. Pertanto, occorre stare attenti ad avere con sé la carta di circolazione e il certificato di proprietà, o foglio complementare.
Se la carta di circolazione – meglio conosciuta come “libretto di circolazione” – non lascia dubbi interpretativi, meglio spendere qualche parola in più per il certificato di proprietà. In ogni caso, prima di entrare nel merito, ricordiamo che il “libretto” è il documento necessario alla circolazione del veicolo che viene rilasciato dall’ufficio provinciale della Motorizzazione Civile (UMC) e riporta tutti i dati relativi alle caratteristiche tecniche del mezzo in questione. Il conducente, come si diceva, deve sempre averlo con sé per poter circolare. Detto questo, vediamo tutto quello che occorre sapere sul foglio complementare.
Certificato di proprietà, in passato foglio complementare
Prima di procedere con la disamina della documentazione dell’auto, occorre fare una precisazione molto importante. Il foglio complementare, di fatto, è estinto, non esiste più. È infatti stato sostituito dal certificato di proprietà – spesso indicato anche con l’acronimo CDP .
In ogni caso, si tratta del documento che attesta lo stato giuridico attuale del veicolo e pertanto viene o dal PRA – quindi dal Pubblico Registro Automobilistico – oppure dalle unità territoriali dell’ACI.
Tale documento, ai fine della circolazione del veicolo, non è in effetti necessario. Ma questo non significa che non vada custodito con estrema cura: il proprietario del veicolo può decidere di custodirlo nell’auto oppure in altro luogo a suo avviso idoneo, ma in ogni caso è necessario che lo presenti ogni qualvolta gli venga richiesto dal PRA.
Il certificato di proprietà è nato per assolvere tre funzioni ben precise:
- Poiché trattasi di certificazione, attesta la proprietà ed i vincoli;
- È inoltre predisposto per la compilazione ed autentica di un atto di vendita;
- Infine,può essere usato come nota di trascrizione PRA, così al pari del noto mod NP3.
Versione smart del CDP
Un altro elemento che è bene sottolineare quando si parla del certificato di proprietà – ossia ex foglio complementare – riguarda la versione digitale. Indicata con l’acronimo CDPD, sta a indicare quel documento che dal 5 ottobre 2015 ha sostituito il “vecchio” Certificato di Proprietà dei veicoli a motore, trasformandolo nel certificato di proprietà digitale.
In pratica, da circa 4 anni, chiunque vada ad acquistare un veicolo – sia esso nuovo oppure usato – non riceverà più il consueto Certificato di Proprietà in versione cartacea, ma solo una ricevuta dell’avvenuta registrazione. Tale registrazione contempla il codice di accesso personalizzato con il quale è possibile visualizzare sul web il documento.
In pratica, una prassi che rientra nella più grande egida della smaterializzazione dei documenti cartacei.
Un po’ di storia
Come si è detto, il foglio complementare oggi di fatto non esiste più. In realtà, la questione della sua scomparsa non è cosa recente: esso è stato rilasciato fino al 1994, poi è stato sostituto come si è detto.
È interessante ricordare che il foglio complementare veniva aggiornato ogni qual volta si era in ballo con un passaggio di proprietà. Pertanto, ripercorreva la storia di quel veicolo e la veicolava ai nuovi proprietari, che su di esso potevano trovare tutta la storia dei passaggi di proprietà. Nel caso di ipoteche e di relative cancellazioni, queste venivano annotate sul foglio complementare.
Come abbiamo già ricordato, è da 25 anni che il foglio complementare è stato sostituito dal Certificato di Proprietà cartaceo (CDP). Ma quali differenze intercorrono tra i due documenti?
Complementare vs CDP
Per prima cosa, il CDP, ossia il Certificato di Proprietà, non viene aggiornato, ma viene proprio sostituito. Quindi, in pratica, in caso di passaggio di proprietà tra automobilisti, a differenza di quanto avveniva per il foglio complementare – che come abbiamo detto recava tutti i singoli passaggi – in caso di nuova formalità il CDP deve essere consegnato al PRA.
Il PRA, a quel punto, non farà altro che emettere un nuovo CDP recante tutto l’aggiornamento dei nuovi dati. È molto importante rilevare che, nel caso in cui il CDP venga rubato, perso, smarrito, occorre, in ordine cronologico, prima sopportare denuncia alle autorità e quindi chiederne un duplicato. Il vantaggio quindi del nuovo Certificato di Proprietà Digitale (CDPD) è proprio questo: non può più essere smarrito o rubato e pertanto non esistono di fatto più le denunce.
Ultima modifica: 4 Novembre 2019