Ferrari, storia e curiosità della leggenda Michael Schumacher

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Michael Schumacher è sicuramente uno dei piloti Ferrari destinato a rimanere nel mito, ora e sempre. Eppure, con il campione, la vita non è stata benevola: un incidente occorso sugli sci il 29 dicembre 2013, sulle Alpi Francesi, ha ridotto Michael in uno stato che nessuno, a parte la famiglia, è al momento in grado di descrivere, proprio per il totale riserbo in cui moglie e figli si sono celati dopo la tragedia. Si sa che Michael è stato per qualche mese in coma, che poi si è ripreso, ma che non può camminare. Probabilmente è paralizzato, ma nessuno ne conosce le reali condizioni in cui verte. Di sicuro si sa che le spese mediche per curare Schumi sono vertiginose, si sa che sono stati interpellati i più grandi luminari in materia di lesioni. Di tanto in tanto si mormora che Schumi riapparirà in pubblico, che sta guarendo, che le sue condizioni sono in netto miglioramento. La famiglia, però, non conferma e non smentisce. In ogni caso, a fare la storia di Schumi è il prima dell’incidente: sono numerosissimi gli aneddoti, le curiosità, i tasselli si una storia da leggenda. Vediamo di scoprirne alcuni.

Al voltante fin da bambino

Forse, per esempio, non tutti danno che Schumi inizia la sua carriera di pilota presto, anzi prestissimo: già a 4 anni è al volante di una mini-vettura, complice il papà, il quale non si è tirato indietro – anche economicamente .- a costruire la brillante carriera del figlio. A 12 guida già un kart, a 18 è campione di kart sia in Germania, che proprio a livello europeo. Tanto che lascia la scuola e si mette a fare il meccanico. E infatti, saranno in moti, nel tempo, a confermare le capacità anche meccaniche di Michael: ha sempre partecipato attivamente alla ideazione, alla costruzione e alla messa in opera delle monoposto più veloci. Solo dopo un paio di anni il campione è in Mercedes: impara così a guidare le auto da corsa, e nel ’91 può finalmente debuttare in Formula Uno, con la Jordan. Un esordio non dei migliori: a pochi metri dell’inizio della gara Michael brucia la frizione ed è costretto a ritrarsi. Ma qualcuno, dai box della Benetton lo nota: è Flavio Briatore…

I primi e i grandi successi

Ed infatti, l’anno successivo – siamo nel nel 1992 – è al volante della Benetton. Due anni dopo, a Montecarlo, uno dei circuiti più entusiasmanti e difficili, Michael conquisterà la prima pole position. Nello stesso anno arriva il primo titolo mondiale. Titolo che verrà ripetuto pure l’anno successivo, sempre in Benetton. Ma il passaggio in Ferrari è vicino: l’anno dopo, Schumi è al volante della Rossa fiammante. Non senza difficoltà, però: il primo titolo, infatti, arriva ben 4 anni dopo, nel 2000.

In casa Ferrari è una festa senza precedenti: non si vinceva da un numero imprecisato di anni. I successi si ripetono: Michael continua a vincere, sempre, anche quando piove. Anzi, è proprio nella pioggia che si distingue rispetto agli altri piloti, gli appassionati inizieranno quindi a chiamarlo il “Re della pioggia”. Schumi, idolo dei tifosi Ferrari e quindi di gran parte della popolazione italiana, entrerà nel cuore dei ferraristi e non solo.

Il ritiro

Nel 2006 Schumi ha già fatto il pieno dei titoli mondiali: sono infatti sette quelli conquistati e, soddisfatto, si ritira. Ma non lascia “Casa Ferrari”: resta come consulente e, addirittura, nei mesi seguenti, negli anni successivi, sembra che debba tornare al volante. Non lo farà. In ogni caso, contando anche una breve esperienza in Mercedes, l’anno definitivo del ritiro di Schumi dal mondo delle corse è il 2012, l’anno prima dell’incidente sugli sci. Con cinque mondiali vinti consecutivamente, 91 gare vinte, 180 disputate con la Ferrari e 155 può dirsi realmente un campione.

Qualche curiosità

Riportiamo, in ordine sparso, una serie di curiosità che riguardano l’indimenticabile pilota-campione Ferrari. Per esempio, non tutti sanno che Schumi era un maniaco della sicurezza, tanto da contribuire, con la Schubert, alla messa a punto di un casco speciale e pensato per i piloti di Formula 1. Non tutti sanno che Schumacher è un ambasciatore Unesco. Ambasciatore molto generoso, tra l’altro: nel 2004, ha donato personalmente 10 milioni di dollari alle vittime dello Tsunami. Ma sono ancora tantissime le cose che ogni tifoso che si rispetti dovrebbe conoscere sulla vita di Michael: per esempio non è così certo che tutti sappiano che da ragazzo giocava a calcio come attaccante, o che ha gareggiato anche in gare ippiche e sulle moto. Quanto alla sua terra di adozione, l’Italia, ci sono curiosità anche in questo senso: Schumi evidentemente amava le auto italiane, tanto che usava una 500 Abarth e l’auto di famiglia era un Fiat Croma. ovviamente una FXX che gli era stata regalata dalla Ferrari: ma l’ha tenuta in box per un po’ di tempo, fino a decidere di venderla per la somma di due milioni di dollari.

Qualcuno, poi, si chiederà: ma Schumacher capiva l’italiano? Sì, la risposta è sì. Lo capiva e lo parlava anche, ma preferiva farsi supportare. Ha però dato la sua voce nel film “Cars”: era la Ferrari F430. Un’altra curiosità riguarda i figli, i quali, a loro modo, hanno entrambi seguito le orme e le passioni del famoso papà. A tal proposito, si sappia che il figlio Mick, classe ’97, sta seguendo le orme di papà in pista, e ha già guadagnato qualche interessante risultato in Formula 3 e non solo. Mentre la figlia, Gina-Maria, classe ’99, è una cavallerizza, altra passione del papà e, anche, della mamma.

Ultima modifica: 30 Aprile 2019