Pur essendo ormai proiettati nel mondo delle auto ibride, e sempre più coinvolti nella produzione di auto con motori elettrici, il turbocompressore continua a esercitare un grandissimo fascino tra tutti gli appassionati di motori e di automobilismo.
Turbocompressore nell’era moderna
L’automobilismo sportivo ha investito moltissimo dopo gli anni ’70 nello sviluppo dei turbocompressori. L’era ibrida che stiamo vivendo oggi, e che è dominata in Formula 1 dall’epopea della Mercedes e di Lewis Hamilton era lontana anni luce. Tutto ruotava attorno alla funzionalità delle turbine e alla loro capacità di interfacciarsi con il motore tradizionale, migliorandone le prestazioni e la funzionalità . Il turbocompressore è banalmente composto da due unità ben distinte: la turbina e il compressore.
La turbina
Tutti hanno avuto modo di vedere una turbina, anche solo in un documentario televisivo. Da quelle minuscole delle nostre utilitarie a quelle gigantesche degli impianti di produzione idroelettrica o delle navi. La turbina è un girante montato su un albero e inserito in un vano dove l’aria che viene convogliata all’interno dell’elemento serve a creare energia: l’aria, quasi sempre proveniente dagli scarichi del motore a combustione, e dunque riutilizzata, viene immessa con forza nell’impianto che grazie alle sue palette a forma di cucchiaio girano generando in profitto energetico.
Il compressore
Il compressore ha una doppia funzione: da una parte riceve l’energia dalla turbina, dall’altra sfrutta questo flusso per aspirare l’aria all’interno del circuito e comprimerla. In questo modo il flusso d’aria calda arriverà con forza a un radiatore chiamato intercooler che raffreddando l’aria ne aumenterà la densità convogliandola poi nei condotti di aspirazione con una pressione ancora maggiore. L’aria torna nel cilindro e garantisce un aumento della coppia motrice e della potenza rispetto al tradizionale motore aspirato.
I vantaggi del motore turbocompresso
Se è vero che realizzare un motore turbocompresso ha costi maggiori rispetto ai motori tradizionali, anche se questi costi si sono notevolmente ridimensionati nel corso degli ultimi anni, così come anche il costo di gestione e di manutenzione risulta essere maggiore, il turbo è sostanzialmente un propulsore molto economico. Anziché consumare di più il motore turbo sfrutta gas di scarico destinati ad andare sprecati sovralimentando il motore. Con gli anni sempre nuovi brevetti, il common rail per esempio, hanno reso i motori turbo ancora più economici e performanti. Ma con l’avvento delle auto ibride è un dato di fatto che l’era delle turbine sarà sempre di più destinata a grandi impianti industriali o ai motori navali.
Ultima modifica: 18 Novembre 2020