Auto a guida autonoma: come funziona

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In un futuro non troppo remoto non si dovrà necessariamente scegliere tra trasporto pubblico e privato. Le due forme di viaggio un giorno potrebbero unirsi in un unico sistema. Stiamo parlando della guida autonoma detta anche self-driving.

L’idea che c’è alla base è la seguente. Un qualsiasi individuo deve installare un app apposita sul proprio smartphone. Una volta fatto ciò bisogna aprirla e chiedere tramite essa di essere spostati da un punto ad un altro.

Si tratta dunque di veri e propri taxi privati. Queste vetture avrebbero infatti a disposizione delle corsie preposte al loro solo trasporto. Sul cellulare intanto vi viene descritto il percorso e il tempo che ancora vi resta da attendere.

La vettura si guiderà da sola mentre voi in pieno relax sarete seduti al suo interno. Il progetto e dunque l’idea secondo cui ciò non è così utopistico nasce dalla KPMG. Si tratta di un’azienda leader nel settore che di recente ha rilasciato un white paper. In questi si dichiara che questa particolare forma d’auto può essere realizzata.

La KPMG insieme alla CAR, ovvero Center for Automotive Research, ha avviato una ricerca. Nello specifico ha sottoposto 25 persone tra cui principalmente dirigenti automotive, dipendenti governativi e leader di pensiero, ad un questionario riguardante l’argomento.

Perché auto a guida autonoma?

Al fine di ridurre incidenti, di aiutare automobilisti inesperti e di rendere più rapido lo scorrimento del traffico, col tempo sono state trovate delle soluzioni che possono essere considerate come anticipatrici del self-driving.

Ad esempio Google ha lanciato la Google Car. Toyota, Audi, Ford e Mercedes hanno realizzato sistemi che rendessero le proprie vetture più autonome e dunque meno complesse da maneggiare.

Nello specifico tali interventi sono mirati a ridurre l’autonomia dell’automobilista nei casi in cui l’errore umano raggiunge alti tassi di probabilità. Infatti esistono tanti strumenti capaci di controllare situazione di eccessiva o ridotta velocità, quando cioè si percorrono autostrade e centri urbani molto trafficati.

Questi dispositivi si appoggiano su radar e telecamere, proprio come farebbe un’auto a guida autonoma. Non c’è solo una questione di semplificazione della vita e di trasporto in pieno relax. Questo sistema permetterebbe anche di contrastare il crescente numero di incidenti stradali.

Il maggior alleato di questo sistema è il connectivity-based. Sono quattro, però, gli ostacoli al lancio di questa innovazione. In primis tutto ciò che è avanguardia trova difficoltà nell’accalappiare la fiducia dei consumatori. Quindi bisognerebbe convertire tutta la produzione di massa, convincere gli amanti della guida sportiva e poi entra anche in gioco il problema legale.

Se non c’è un conducente in caso d’incidente chi è il responsabile?

Ultima modifica: 21 Aprile 2017