Partiamo da una buona notizia: i dati del 2017 dicono che i furti d’auto in Italia sono diminuiti per il terzo anno consecutivo ma il calo dell’ultima stagione evidenziato è stato sensibile, si parla dell’8.5%. È certo che le innovazioni nel settore degli antifurto sia stato un deterrente significativo e che tutti gli antifurti, anche quelli di vecchia generazione, fanno sempre meglio il loro lavoro: tuttavia stando ai dati diffusi dalla Polizia di Stato, il furto d’auto era e resta una delle denunce più ricorrenti: la media è di circa 300 vetture al giorno (senza contare le moto), una dozzina ogni ora con alcune città come Napoli, Roma e Milano in pole position.
Sempre più auto vengono rubate per essere destinate ai mercati stranieri: vengono smontate e spedite pezzo per pezzo nell’est europeo o in Nord Africa dove i problemi di immatricolazione di un veicolo che scotta sono gestibili con maggiore efficacia. Altre sono invece rubate su commissione per i pezzi di ricambi: Panda e 500 sono in vetta alle richieste di carrozzieri e meccanici senza troppi scrupoli. Il costo dei furti auto è ingente soprattutto per le compagnie assicurative che poi ovviamente spalmano a cascata su tutto il proprio portafoglio clienti la spesa. Il furto d’auto, pur se in forte flessione, era e resta un costo sociale. L’antifurto non è una certezza, non è una garanzia ma è sicuramente un fattore importante. Tralasciando per un istante il mercato delle auto è stata scoperta a Milano una banda che mirava solo ed esclusivamente la BMW R1200GS, la moto più venduta in Italia ma anche quella più rubata: la banda era organizzatissima. Trovava il mezzo e i ladri – vestiti da meccanici – la prelevavano su un furgone blindato che non consentiva all’antifurto satellitare di essere intercettato e copriva il rumore dei segnalatori acustici. Per quanto si evolva il mondo degli antifurti i ladri si organizzano. Ma oggi tutelarsi è necessario.
Antifurti meccanici, utili come dissuasori
L’antifurto meccanico si usano ancora: sono pesanti perni che si incastrano tra volante e pedali e che finiscono per dissuadere il ladro: se anche riesce a forzare la portiera si troverà poi a dover rimuovere i blocchi e avviare la vettura il che significa operare in gran fretta e in poco tempo. Ci vogliono non meno di 20’ per rimuovere un buon blocco e poi bisogna superare i blocchi elettronici della centralina e dell’avviamento. Se l’auto non è isolata ma si trova in una zona di luce o di passaggio molti ladri preferiscono lasciare perdere. I migliori blocchi meccanici oggi poi hanno anche un dispositivo satellitare che in caso di manomissione manda un allarme a una centralina che allerta le forze dell’ordine. Questi blocchi, gestiti da una chiave elettronica speciale, costano intorno ai 4-500 euro e spesso sono accompagnati da una ulteriore garanzia assicurativa: se la macchina viene rubata c’è una copertura economica in più. C’è anche chi ricorre alla classica catena con lucchetto: è un’idea come un’altra, forse non la migliore. Una catena ha la sua resistenza e i suoi tempi di rottura: può essere rimossa con un tronchese o tagliata con un flessibile. Quelle più resistenti costano in torno ai 300€ e cedono dopo una ventina di minuti.
Antifurto immobilizer radiocomandato con dissuasore acustico
Vent’anni fa era il top: un radiocomando che apriva e chiudeva la macchina innestando la centralina con un pulsante che faceva scattare una potente sirena se si vedeva qualcuno troppo interessato intorno alla nostra portiera. Oggi non è più così utilizzato: i ladri hanno imparato ad intercettare la radiofrequenza che sblocca l’allarme, spesso intervengono con della schiuma che riempie la tromba che a quel punto anche se suona a tutto volume non viene sentita da nessuno. C’è poi un effetto psicologico che è interessante da spiegare: la gente si talmente abituata alle sirene d’allarme che è sempre più difficile che qualcuno le possa prendere sul serio avvertendo le forze dell’ordine. È davvero triste da dire ma è così, è la sindrome di chi grida “al lupo al lupo”. Anni fa bastava un minimo urto, a una gomma o a una portiera, per far scattare l’allarme. All’allarme spesso era abbinato il cosiddetto blink, una lucetta rossa lampeggiante che avvertiva il potenziale ladro della presenza dell’allarme. Alcuni addirittura si limitavano al blink senza installare l’allarme; questo però è solo un deterrente ma di certo non è una protezione sufficiente.
Ci sono poi gli immobilizer: si tratta di blocchi elettronici che inibiscono il collegamento della centralina di avviamento. Sono funzionali ed economici e ormai tutte le case produttrici hanno investito su questo genere di accorgimento e sulle chiavi elettroniche, ognuna delle quali abbinata al proprio starter. Senza la chiave giusta la macchina non parte, a meno che non si intervenga con un software direttamente sulla centralina cosa che richiede mezzi abbastanza sofisticati e una capacità non indifferente.
L’antifurto satellitare, la migliore garanzia
L’antifurto satellitare è senza dubbio la protezione migliore: si installa abbastanza facilmente e su qualsiasi genere di auto, vecchio o nuova. L’antifurto satellitare è collegato con una semplice SIM telefonica a un sistema di rilevamento GPS che è in grado di localizzare istantaneamente l’auto rubata. Il GPS può allertare il proprietario attraverso un’applicazione specifica ma anche la compagnia assicurativa, il concessionari o chiunque cerchi di rilevare l’auto. Fondamentale è che la Sim funzioni e che ci sia campo: per questo che quando i ladri rubano auto dotate di antifurto satellitare cercano di essere estremamente rapidi per trasportare la macchina su camion schermati o sottoterra, in qualche garage protetto. Ma si tratta pur sempre di un’operazione che richiede tempo: se poi l’allarme è occultato bene, parliamo di uno strumento minuscolo, anche se l’auto verrà fatta a pezzi non è escluso che quell’antifurto prima o poi torni in qualche modo a suonare. Anche su questo i ladri si sono evoluti dotandosi di un strumento definito Jammer, che produce del rumore bianco che di fatto copre il segnale condotto al GPS.
Ultima modifica: 11 Giugno 2019