La Scuderia Ferrari ha una lunga storia di piloti eccezionali che si sono trasformati in veri campioni. In questo elenco troviamo i nomi di importanti piloti come ad esempio Michael Schumacher, Nino Farina, Alain Proust, Gills Villeneuve e Alberto Ascari. Questo pilota italiano è stato l’ultimo a trionfare nel circuito di Formula 1.

Alberto Ascari, vita e carriera

Una carriera quella di Alberto Ascari segnata, non solo da vittorie e incidenti ma anche da una prematura scomparsa. Scomparsa avvenuta nel circuito che tanto amava, infatti, durante un’intervista dichiarò: “io obbedisco soltanto a una passione. Le corse. Senza non saprei vivere”. Però nella sua tragica fine troviamo qualcosa di maledetto. Il numero 26. Un numero che lo perseguiterà per tutta la vita.

Le migliori doti per un pilota di F1 (a anche per uno di motociclismo) sono principalmente queste: passione e pazzia. E come ogni pilota che si rispetti anche Alberto Ascari aveva queste sue inconfondibili caratteristiche che l’hanno aiutato a trionfare nella Formula 1, ma anche la scaramanzia ha reso famoso il campione.

Leggendo la sua biografia ci accorgiamo che era un predestinato delle corse automobilistiche ma con la passione per il motociclismo.

Il grande pilota italiano nasce a Milano nel 1918 e già da piccolo respira l’aria dei motori e delle grandi competizioni automobilistiche grazie a suo padre Antonio. Antonio Ascari (1888-1925) è stato negli Anni ’20 un pilota automobilistico che ha conseguito diversi successi. Oltra alla passione dei motori con il figlio condividerà il maledetto numero 26.

A questo punto sarebbe stato più logico il suo esordio nei circuiti automobilistici, invece, Alberto decide per le competizioni a due ruote. Una decisione, forse, dovuta alla paura di vivere all’ombra del padre pilota, ma alla fine è andato oltre. Entrando di diritto nella storia internazionale della Formula 1.

I suoi esordi nel motociclismo sono datati 28 giugno 1936 quando in sella a una motocicletta modello Sertum (casa motociclistica italiana dal 1932 al 1952) prenderà parte a una gara di durata della 24 Ore disputata in alta Italia. La sua prima vittoria sulle due ruote? Il 4 luglio dello stesso anno durante il Circuito del Lario.

Da lì a qualche anno sarebbe scoppiato il Secondo Conflitto Mondiale ma nel 1940 decise per il salto di qualità. Si sentiva pronto per competere nell’automobilismo. E così alla guida di una Auto Avio Costruzioni 815 (modello fornitogli dallo stesso Enzo Ferrari) disputò le Mille Miglia. Purtroppo per il campione italiano il suo esordio non fu come sperato, infatti, si dovette ritirare a causa di problemi meccanici all’autovettura. Nel frattempo la guerra cambiava la vita di molti, compresa quella di Alberto Ascari.

Periodo della guerra e prime vittorie

Durante il periodo bellico sbarcherà il lunario gestendo una autofficina di sua proprietà a Milano. Attività svolta in compagnia del suo amico e compagno di avventure Luigi Villoresi. Anche Villoresi (1909-1997) era un pilota automobilistico e fu proprio lui a far cambiare idea ad Alberto riguardo all’automobilismo. Nel periodo di guerra, Alberto Ascari si era convinto che quello sport non era fatto per lui e che forse era giunto il momento di appendere al chiodo il volante e le sue ambizioni da pilota. In fin dei conti aveva assaporato le gare ma non le vittorie. Alla fine se non fosse stato per l’opera di convincimento di Villoresi, Alberto Ascari si sarebbe dedicato alla sua officina e non sarebbe mai divenuto il campione che era.

Finalmente le prime vittorie. La prima in assoluto la ottenne a fine della stagione 1947 nel Circuito di Modena sotto lo sguardo attento del fondatore della Scuderia Ferrari. Ed Enzo Ferrari, (lo sapevano tutti) quando si trattava di piloti ne sapeva una più del diavolo. E così non si lasciò sfuggire quel talentuoso ragazzo italiano.

La storica data è quella del 27 maggio 1949, quando Enzo Ferrari annuncia ufficialmente l’ingaggio del pilota milanese per il Cavallino Rampante. Un connubio che porterà molte soddisfazioni a entrambi i personaggi principali.

Il Gran Premio di Bari 1949 lo vedrà debuttare al volante di una Ferrari. Il tutto coronato da una splendida vittoria. Quello, se vogliamo potrebbe essere l’inizio del mito di Alberto Ascari come campione di F1. Il biennio 1952-53, invece, lo consacrerà definitivamente, facendolo entrare di diritto nell’Olimpo della Formula 1.

Nel 1952 Alberto Ascari conquista per la prima volta il Titolo Mondiale Piloti con una Ferrari 500 F2. Trionfo bissato poi l’anno successivo e sempre alla guida di una monoposto del Cavallino Rampante. Nelle stagioni successive gareggiò per la Maserati (1954) e poi con l Lancia (1954-1955).

Un numero sfortunato, il 26

Il numero 26 non è mai stato di buon auspicio per la famiglia Ascari. Il padre Antonio perse la vita esattamente il 26 luglio del 1925 durante una gara che si stava disputando nel circuito francese di Monthlèry a soli 36 anni. Da quel momento Alberto evitò accuratamente di mettersi al volante ogni 26. E se avesse seguito quella sua regola di scaramanzia, forse la sua carriera sarebbe stata più lunga. A Monza, il 26 giugno 1955, non resistette alla tentazione di provare la monoposto Ferrari del suo amico Eugenio Castellatti. Ancora in giacca e cravatta, salì nella monoposto indossando il casco prestatogli dallo stesso Castellatti e prese la via della fuga.

I primi giri di pista andarono bene. Nessun segno che potesse ipotizzare a una tragedia. All’improvviso, il dramma. La monoposto va in testa e coda per poi cappottare due volte scaraventandolo fuori. Inutili i soccorsi e il trasporto all’ospedale di Monza. Il pilota milanese Alberto Ascari morì sul colpo a causa della violenza dell’incidente. Incidente ancora avvolto nel mistero. Dopo la tragedia la Lancia si ritirò definitivamente dal Circus della F1, lasciando alla Ferrari in eredità, i progetti e le monoposto.

Nella sua breve carriera Alberto Ascari ha conquistato molti titoli. Nel suo ricco Palmares troviamo, oltre i due titoli Mondiali Piloti (1953-52) anche il Campionato Italiano Assoluto di Velocità (1949-1951-1952-1953). In totale ha disputato dal 1950 al 1955 31 Gran Premi di Formula 1 di cui 13 vinti con ben 17 podi.

Ultima modifica: 24 Ottobre 2019