Se una vettura è stata immatricolata in un paese straniero ma volete utilizzarla per circolare in Italia dovrete seguire la procedura di nazionalizzazione dell’automobile. Un iter che si conclude con una apposita attestazione sintetizzata in un contrassegno necessario alla identificazione immediata. In tal modo sarà possibile ricevere targa e carta di circolazione italiani. Scoprite insieme a noi come fare per ottenerla e dove acquistare il bollino dell’auto estera.
Cosa prevede la legge
L’immatricolazione auto estera per circolare liberamente sul territorio nazionale è regolata dall’articolo 132 del Codice della strada, quello che disciplina la procedura di “naturalizzazione” di un’auto con prima immatricolazione in un Paese straniero. Va precisato che non tutti i veicoli con targa estera hanno bisogno di una certificazione per essere impiegati sul suolo italiano. Si tratta evidentemente di un requisito necessario soltanto qualora si voglia utilizzare la vettura per una circolazione di lungo periodo. Ovvero, se si intende spostarsi sulle strade italiane per più di 12 mesi. Per farlo vanno iscritti al Pubblico Registro automobilistico, pena una sanzione da 85 a 335 euro.
Recentemente, inoltre, è stata introdotta una nuova normativa (Decreto sicurezza) che limita a un massimo di 60 giorni la circolazione di veicoli con targa estera nel caso il proprietario sia residente in Italia. Si è provato così a mettere fine alla elusione della tassazione diretta o indiretta (multe, divieti, pagamenti del bollo auto) che nel tempo ha trovato numerosi proseliti.
Come ottenere il bollino dell’auto estera
La procedura standard per immatricolare un’auto estera viene effettuata presso gli uffici provinciali della Motorizzazione. I principali passaggi richiesti sono la verifica della idoneità del mezzo, controllo dei documenti e adempimenti fiscali, rilascio libretto di circolazione, iscrizione al PRA entro 60 giorni. Al PRA deve essere data dimostrazione di:
- documento di identità;
- dichiarazione di proprietà con firma autenticata;
- atto di vendita;
- certificato di conformità europea con omologazione italiana;
- certificato di residenza.
Per acquisire il fatidico bollino inerente la immatricolazione, ci si può rivolgere allo Sportello Telematico Automobilista, procedura che però è fattibile soltanto se le vetture provengono da paesi dell’Unione europea o da Liechtenstein, Norvegia e Islanda.
Veniamo al nodo dei costi. La procedura di nazionalizzazione delle auto estere comporta una serie di oneri: imposta di bollo PRA (32 euro), imposta di bollo DDT (32 euro), diritti (9 euro), imposta provinciale di trascrizione (150,81 euro più maggiorazione percentuale in base alla provincia di residenza), diritti ACI (27 euro). A questi si aggiungono i costi variabili proporzionali alla potenza del veicolo e alle sue dimensioni.
Ultima modifica: 14 Settembre 2021