Senza cinture e sballati, oggi su strada si muore così

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Stanchezza, distrazione e mancato rispetto delle più basilari regole di sicurezza. Sono queste le principali cause alla base della strage silenziosa che si consuma quotidianamente sulle nostre strade.

Da inizio anno, secondo i dati forniti dalla polizia di Stato aggiornati al 30 settembre 2019, in Italia sono avvenuti 39.245 incidenti (22.338 in autostrada e 16.907 su altre strade) nei quali sono morte in totale 620 persone e 24.754 sono rimaste ferite.

Uno scenario in cui la Seat Leon spezzata in due dopo essere finita a forte velocità contro il guardrail della statale 121 Catania-Paternò è solo l’ultima immagine di un fenomeno dai contorni sempre più preoccupanti.

Quella stessa notte, alle 5.20 del 13 ottobre, sempre di ritorno da una serata in discoteca, in via Casilina, a Roma, perdeva la vita un 22enne a bordo di una Smart.

Episodi che negli ultimi mesi si ripetono drammaticamente puntuali ogni sabato sera: il 5 ottobre, intorno alla mezzanotte, a Rende, nel Cosentino, la Polo di quattro amici, tutti tra i 18 e i 19 anni, si è scontrata con la C1 di una coppia di fidanzati trentenni, e per i giovani, appena maggiorenni, non c’è stato nulla da fare. Il conducente ferito è risultato positivo al test della droga.

Il fine settimana precedente, a Vigarano Mainarda, alle porte di Ferrara, tre ragazzi di 21, 23 e 28 anni, sono invece morti prima dell’arrivo dei soccorsi dopo che la Mazda sulla quale viaggiavano è uscita di strada andandosi a schiantare contro un platano.

Il conducente, 24 anni, è risultato positivo all’acol test con un tasso dell’1,30 (il limite è 0,50). Se l’abuso di alcol unito all’elevata velocità costituisce un mix letale, dietro all’escalation di morti stradali, spesso vi è anche l’assenza di semplici precauzioni.

Nessuno dei 4 ragazzi – Lucrezia Diolosà Farinato, 28 anni, Salvatore Moschitta di 20, Manuel Petronio, 17 anni, ed Erika Germana Bozza di 15 anni – che, nella notte tra sabato e domenica scorsi sono morti nello schianto di Catania, indossava la cintura di sicurezza.

Senza cinture e sballati, oggi su strada si muore così
Mai senza cinture

Se questo accorgimento sarebbe stato sufficiente a salvare loro la vita, non lo sapremo mai. Ma le statistiche ci dicono che da quando, nei primi anni ’60, hanno iniziato a essere installate sulle auto (l’obbligo vige dal 1988 per quelle anteriori e dal ’94 per le posteriori), le cinture di sicurezza hanno salvato la vita del 27% delle persone coinvolte in incidenti gravi.

Nonostante questo, nel nostro Paese, ogni 4,7 minuti, in media, un guidatore viene multato perché non le indossa. Su un totale di 1.610.417 infrazioni accertate complessivamente da inizio 2019, il mancato uso della cintura di sicurezza con 87.565 violazioni si piazza, infatti, al secondo posto dopo l’eccesso di velocità con 562.048 casi da gennaio scorso (435.889 in Autostrada, 126.159 su altre strade).

A seguire, tra le infrazioni più frequenti, vi è l’uso di apparecchi radiotelefonici alla guida (43.309 sanzioni); velocità pericolosa (31.037 casi); guida sotto l’influenza dell’alcool (13.860); mancato uso del casco (2282) e guida sotto l’influenza di sostanze stupefacenti (1101). Complessivamente quest’anno, fino a oggi, sono state ritirate per sospensione o revoca 34.414 patenti, 48.447 carte di circolazione e decurtati 2.510.582 punti.

Il tasso di mortalità nelle regioni

A livello regionale, secondo i dati di Aci e Istat relativi al 2018, Milano e Monza (con Rimini e Ascoli Piceno) sono le province italiane con l’indice più basso di mortalità negli incidenti stradali pari a un decesso ogni 100 incidenti.

Le province di Genova, Bari e Brescia sono, invece, quelle che lo scorso anno hanno registrato il maggior aumento di decessi legati a incidenti stradali.  Rispettivamente +37, +24 e +22 per cento.

L’indice di mortalità più elevato, tuttavia, è stato registrato nel Sud della Sardegna, a Vibo Valentia, Vercelli, Benevento e Catanzaro.

Maglia bianca per Modena e Foggia, dove si sono registrati diciotto morti in meno rispetto all’anno precedente, davanti a Cuneo e Trapani (-16), Asti, Caserta e Taranto (-15).

Nel dettaglio in Toscana il tasso di mortalità stradale 2018 (calcolato per centomila abitanti) è stato pari al 6,4 (15.824 incidenti e 239 morti). In Liguria all’8 (con 124 morti e 8.286 incidenti). In Emilia Romagna è arrivato al sette (16.471 incidenti e 310 morti). In Lombardia al 4,8 (32.550 incidenti, 483 morti). Nelle Marche al 5.7 (5.216 incidenti, 87 morti). Così come nella regione del Lazio dove si sono registrati 18.554 incidenti con 335 persone morte.

Giulia Prosperetti

Senza cinture di sicurezza
Senza cinture di sicurezza – Credit: www.powers-santola.com/

Ultima modifica: 16 Ottobre 2019