Il biometano, una risorsa preziosa per la decarbonizzazione dei trasporti, rischia di essere ignorato a favore del GPL fossile.
Federmetano, associazione che promuove il metano per autotrazione, denuncia una situazione paradossale.
Il decreto Biocarburanti, entrato in vigore il 1° gennaio 2025, impone una quota crescente di biocarburanti nel settore dei trasporti.
Tuttavia, il GPL auto, di origine fossile, è escluso da questo obbligo, godendo di un vantaggio economico ingiustificato.

Un contesto sfavorevole per il Biometano
Il settore del biometano si trova ad affrontare diverse difficoltà . La crisi energetica, iniziata nell’ottobre 2021, ha causato un aumento del prezzo del gas del 360%.
La decisione europea di puntare sull’elettrico e sull’idrogeno per il trasporto su strada penalizza ulteriormente il metano.
bInoltre, la Delibera ARERA 512/2021/R/GAS e il mancato Decreto interministeriale attuativo del decreto-legge 76/2020 hanno introdotto ulteriori oneri burocratici ed economici per gli operatori del settore.

Il paradosso del GPL Fossile
Mentre il biometano è penalizzato, il GPL auto, un carburante fossile, registra un incremento dei consumi, superando il 10% del mercato. Questa anomalia favorisce le emissioni di CO2, allontanando l’Italia dall’obiettivo di riduzione del 50% entro il 2030. Federmetano sottolinea l’assurdità di questa situazione, che premia un settore inquinante a scapito di un’alternativa sostenibile.

Una soluzione semplice ma ignorata
Il biometano, prodotto in quantità crescente, potrebbe essere utilizzato per alimentare navi da crociera, vetrerie e industrie di piastrelle. Questa scelta, però, rappresenterebbe uno spreco di una risorsa preziosa per la decarbonizzazione dei trasporti. Federmetano evidenzia come le installazioni industriali fisse potrebbero essere alimentate elettricamente, lasciando il biometano a disposizione del settore dei trasporti, ancora impreparato alla transizione elettrica.
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Ultima modifica: 14 Gennaio 2025

