GIANGIACOMO MINAK, professore associato di Progettazione Meccanica e Costruzione di Macchine all’Università , la mobilità del futuro è pronta a scendere in pista?
«La mobilità del futuro passa per l’elettrificazione, ma non come la intendono, oggi, la maggior parte di persone: in questo momento, infatti, stiamo elettrificando i veicoli lasciandoli così come sono».
In che senso?
«Basta pensare a ciò che guardiamo intorno a noi. Una vettura elettrica non è facilmente distinguibile da quella con motore a combustione interna. E, fondamentalmente, le due hanno lo stesso peso e potenza».
Come agire?
«Con grande probabilità , per uno sviluppo più Smart occorrerebbe ridurre le potenze e le velocità in gioco, quanto meno a livello di mobilità urbana. Questa riduzione dei pesi e delle velocità consentirebbe la possibilità di utilizzare fonti a bassa densità di energia, come quella solare».
Ci sono altri aspetti da non dover sottovalutare riguardo la Smart mobility?
«Sì. Uno fra gli altri è la guida autonoma, strumento che a sua volta si può inserire in un concetto di riduzione di velocità e di pesi. Consentirebbe di avere veicoli di cui ci si fida di più, seppure sul tema ci sia ancora oggi riluttanza. Non solo: questo sistema consentirebbe ulteriori vantaggi, come la riduzione dei veicoli di proprietà e l’aumento del car sharing».
La mobilità condivisa, infatti, gioca un ruolo importante.
«Basta pensare che un veicolo di proprietà per lo più viene usato il 10% del nostro tempo. Il resto della giornata rimane parcheggiato».
Quali sono le prospettive per il futuro?
«La società e i decisori politici dovranno avere ben chiara la portata di quello a cui andiamo incontro, anche in termini di produzioni di energia elettrica necessaria per far funzionare i veicoli del futuro. Ci sono una serie di questioni che andrebbero trattate e spiegate da chi è competente, affinché la popolazione possa essere guidata verso le scelte che facciano bene al pianeta».g. d. c.
Ultima modifica: 19 Ottobre 2022