Guardi Alonso che taglia il traguardo per la piu’ inattesa delle vittorie rosse e ti chiedi se ci sia, nel passato del Cavallino, qualcosa di paragonabile
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di Leo Turrini
di Leo Turrini
Sepang, 26 marzo 2012 –Â Guardi Alonso che taglia il traguardo per la piu’ inattesa delle vittorie rosse e ti chiedi se ci sia, nel passato del Cavallino, qualcosa di paragonabile. Si’, forse l’impresa di Raikkonen a Spa nel 2009, con una macchina modestissima. O il capolavoro di Mansell in Brasile nel 1989, con una vettura che perdeva i pezzi. Insomma, siamo di fronte a qualcosa di gigantesco.
Qualcosa che sara’ difficile replicare…
“Si’, questa e’ una sorpresa incredibile – confessa Fernando – Alla partenza avevo come unico obiettivo arrivare in fondo, prendere punti”.
E invece…
“Ho esultato come un pazzo, sotto la bandiera a scacchi. Ho fatto la paperella staccando le mani dal volante! Sono felice per me e soprattutto per la squadra. Credo che non dimenticheremo mai una domenica cosi'”.
Hai avuto paura nel finale, quando Perez ti stava addosso?
“Paura no, pensavo di potermi comunque difendere. Ma era chiaro che la Sauber, sull’asciutto, era decisamente piu’ veloce. E da questo dobbiamo ripartire”.
Ti piacerebbe avere il messicano in squadra?
“Il mio compagno e’ Massa. Non e’ in un bel periodo, ma per puntare al mondiale mi serve Felipe sul podio, con me. E mi serve una Ferrari diversa, molto diversa…”.
“NON BASTA”. In breve: consumata l’euforia, scaricata l’adrenalina nell’abbraccio a Domenicali, sentito al telefono un felicissimo Montezemolo, ecco l’Alonso di sempre. Lucido, se non addirittura spietato, nel giudicare la F 2012. “Onestamente per noi nulla cambia – sospira – Andiamo troppo piano”.
Ma hai vinto…
“Si’, pero’ chiaramente non posso immaginare di lottare per il titolo con una monoposto piu’ lenta quasi di una dozzina di concorrenti. Quindi il programma di lavoro non cambia”.
Che cosa ti aspetti, adesso?
“Moltiplicheremo gli sforzi. L’impresa ci aiutera’ a livello psicologico. La Ferrari sta in Formula Uno da sessant’anni. La mia gente e’ abituata a reagire alle difficolta'”.
Dove siete piu’ indietro?
“L’avete visto tutti, tra l’Australia e questa gara. Sull’asciutto non siamo abbastanza veloci. Ci sono parecchie cose da sistemare, ci sono decimi e decimi da recuperare. Io mi auguro che la vittoria porti, insieme ai sorrisi, tante buone idee. Voglio lottare sempre per la pole e per il primo posto. Non soltanto quando piove, eh…”.
Forse la Malesia ti porta fortuna.
“Si’, e’ abbastanza vero, qui avevo gia’ vinto sia con la Renault che con la McLaren. Ma all’epoca avevo vetture molto competitive. Invece questo successo, mi ripeto, e’ incredibile”.
Quando hai cominciato a pensare al miracolo?
“Abbiamo curato ogni dettaglio con estrema attenzione. Poi sono stato anche fortunato, quando Grosjean e Schumi si sono toccati sono passato a pochi centimetri! Inoltre e’ stato determinante azzeccare il momento dell’entrata ai box per montare le intermedie. Infine, i miei meccanici sono stati piu’ bravi di quelli della McLaren, se pensate a quello che e’ accaduto ad Hamilton”.
Sull’asciutto eri preoccupato?
“Semmai ero intristito dalla lentezza della mia macchina, ma quella benedetta bandiera a scacchi l’hanno sventolata per me e per tutta la Ferrari!”.
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Ultima modifica: 16 Novembre 2017
