Made in Italy e made in Fiat

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C’e’ uno strano destino ad accompagnare le macchine Fiat: tutti i modelli di grande successo vengono prodotti lontano dalll’Italia.

C’e’ uno strano destino ad accompagnare le macchine Fiat: tutti i modelli di grande successo vengono prodotti lontano dalll’Italia. Era accaduto nella seconda meta’ del 2007, quando il boom della nuova 500 (made in Polonia) colse in contropiede persino i piu’ ottimisti tra i dirigenti torinesi; e sta verificandosi ora, anche se in misura minore, con l’ottima accoglienza riservata al Freemont, primo frutto dell’alleanza con l’americana Chrysler.

Anche qui: nessuno ci puntava piu’ di tanto, dato che il Suv lanciato a giugno altri non e’ se non la versione europea di un modello gia’ accolto con un certo tepore in Italia, ovvero il Dodge Journey. Ma i miglioramenti posti in essere dagli uomini Fiat (tra questi motori diesel molto piu’ umani) e la scelta di un prezzo piu’ che competitivo (si e’ partiti da 24.900 euro per un’auto di dimensioni importanti) hanno fatto il botto, con il risultato di vedere la rete dei concessionari raccogliere 16 mila ordini in poche settimaane, contro le 13 mila unita’ che erano state preventivate per l’intero anno.

Un successo che qualche problemino lo crea: il Freemont viene prodotto nello stabilimento messicano di Toluca, che sforna anche altri modelli del partner americano, e non e’ cosi’ semplice alzare il lotto delle vetture da consegnare, evitando cosi’ che si creino liste d’attesa troppo lunghe, fenomeno che peraltro ha colpito anche altri Suv piu’ o meno low cost (vedi la Nissan Qashai, la Hyundai iX35 e la stessa Volkswagen Tiguan) che tanto a buon mercato non e’ mai stata, ma che ha sofferto all’inizio della scarsa produzione di modelli con il cambio automatico . Comunque sia: in Fiat si augurano di averne piu’ spesso di problemi cosi’. E gia’ incrociano le dita, pensando alla nuova Panda, attesa per fine anno.

P.S. Pensierino della settimana: finalmente qualcuno che pensa a semplificarci la vita. E quindi un bravo alla Sea, societa’ che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa, e ad Autostrade per l’Italia: si sono accordate per far si’ che i parcheggi dei due scali si paghino col Telepass, senza dover conservare bigliettini e senza dover piu’ fare la fila alla Cassa parcheggi. Speriamo che presto anche altri aeroporti, e non solo, si adeguino: si paga comunque, ma si guadagna tempo. E Dio solo sa quanta voglia c’e’ di tornare in fretta a casa quando si torna da un volo d’affari.

 

Ultima modifica: 16 Novembre 2017