Rivoluzione Nano solo per l’India

955 0
955 0

Calma e gesso. E’ un vecchio proverbio che calza a pennello al lancio della Tata Nano avvenuto in India. La vetturetta in veste definitiva era gia’ stata lanciata al recente salone di Ginevra che pero’ non aveva trovato tutti quelli estimatori che il patron Ratan Tata si aspettava

La presentazione in pompa magna in India ha rilanciato la notizia che trova un’enorme riscontro nel mercato locale ma che vede perplessi non solo gli addetti ai lavori ma anche gli esperti del marketing mondiale.
Abbiamo analizzato con attenzione la vetturetta presentata al salone di Ginevra ed e’ bene fare alcune precisazioni per chi fosse interessato a questa notizia. La piccola Nano si basa su un telaio a lungheroni al quale vengono attaccati i pannelli in plastica, senza dover passare le problematiche dei cash test europei o americani . Gli interni sono dettati dalla ricerca esasperata dell’essenzialita’. Basta pensare che esiste solo il contachilometri e la spia rossa di quando entra in funzione la riserva. Il tergicristallo e’ a spazzola unica ad unica velocita’ che sicuramente creerebbe problemi in caso di viaggiare sotto pioggie insistenti. Il comando dei vetri sono a manovella mentre sono presenti le cinture di sicurezza sia anteriori che posteriori. Poi niente altro. Il motore, di 653cc e’ di origine motociclistico con una potenza di 33 cavalli, in pratica quella erogata da uno scooter medio grande o da quella del motore bilcilindrico della Panda 30 del 1979 o delle antiche Citroen 2Cv e Dyane. I consumi dichiarati sono di 23,6 chilometri con un litro di benzina, con emisioni di C02 ovvimente molto contenute e spinge la Nano fino ad un massimo di 100 chilometri all’ora.
 

Per la sua formazione di vettura realizzata con longheroni non puo’ essere costruita in catena di montaggio indipendentemnte dal numero di produzione. Come mai un prezzo cosi’ economico? Due i motivi: il primo dipende dal basso costo della manodopera, il secondo dal fatto che la Nano e’ praticamente un telaio con motore ricoperto da una carrozzeria. C’e’ poi il problema di vita a bordo. La Nano versione India, quella che abbiamo studiato attentamente a Ginevra non e’ certamente adatta alle corporature europee. Un uomo di altezza media da 1,70 a 1,75m trova qualche difficolta’ a trovare la posizione di guida con il volante attaccato al petto. Questo significa che Tata dovra’ rivedere completamente il progetto se vorra’, come ha annunciato il presidente Ratan, commercializzare la Nano in Europa ad un costo di poco superiore ai 5.000 euro. Con l’incognita di poter superare i Crash test.  Ma l’operazione Tata Nano ha per conto nostro un’altra validita’: qualla di spingere le maggiori case automoblistiche a realizzare auto sempre piu’ economiche equipaggiate con piccoli motori che abbattono l’inquinamento. Renault-Nissan, Ford , Fiat (si parla da tempo dell’erede della Topolino con motore bicilindrico 900cc MultiAir) stanno lavorando, in silenzio, in questa direzione e sicuramente da qui al 2011 metteranno in produzione vetture a basso costo che potranno sfidare la Tata Nano con in piu’ la possibilita’ di superare, in termini di sicurezza, i difficili crash test.  Su questa strada, a Ginevra abbiamo registrato la presentazione da parte del carrozziere torinese Fioravanti della Tris una vettura che utilizzando parti in comune (per esempio i fari anteriori sono uguali a quelli posteriori cambiando solo il colore della plastica, sportelli destri e sinistri uguali) riesce a contenere i prezzi. Ma Tris e’ una vettura gia’ pronta per il mercato europeo con una vivibilita’ uguale alle attuali city-car.

Ultima modifica: 16 Novembre 2017