Lo afferma il dg dell’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici, in riferimento al periodo 2005-2009. Il dato va calcolato in termini reali, al netto dell’inflazione. La ricetta per ridurre i prezzi? “Agire sul costo dei sinistri e sulle frodi”
Roma, 15 aprile 2011 –Â Per ridurre i prezzi nel settore Rc Auto e’ necessario agire sul fronte del costo dei sinistri e delle frodi. Lo ha ribadito il direttore generale dell’Ania, Paolo Garonna, nel corso di un’audizione al Senato.
Nel suo intervento Garonna ha ricordato come le criticita’ strutturali del settore segnalate lo scorso anno non sono state affrontate: “gli interventi normativi che si sarebbero dovuti fare e su cui sembra esservi un ampio consenso non hanno ancora visto la luce”.
I problemi sono noti da tempo e riguardano “la rilevante diffusione delle frodi e l’assenza di strumenti per combatterle; l’abnorme numero dei danni alla persona di lievissima entita’ di origine speculativa; l’assenza di una disciplina organica per il risarcimento dei danni alla persona; le norme tecnicamente sbagliate come quella che ha alterato il sistema bonus/malus o come quella che ha aumentato i costi di distribuzione mediante l’introduzione del divieto di monomandato agenziale; le incertezze normative e giurisprudenziali che hanno minato il sistema di risarcimento diretto”.
Secondo Garonna, “costi e prezzi sono un binomio inscindibile. A fronte di oltre 15 miliardi di euro di uscite le imprese nella rc auto hanno incassato poco meno di 17 miliardi di euro. Questa e’ la spesa complessiva della collettivita’ per acquistare la polizza obbligatoria. Nel 2006 la spesa era stata di molto superiore: 18 miliardi e 400 milioni di euro, ma i costi dei sinistri erano stati di 14 miliardi e 600 milioni”.
Garonna ha ricordato poi che “nel quinquennio 2004-2009 in termini reali, ossia al netto dell’inflazione, pari nel periodo al 10,4%, il prezzo medio della copertura Rc Auto e’ diminuito di oltre il 20%. Nel 2010, sulla base dei dati finora disponibili, la somma complessivamente pagata dalla collettivita’ per assicurarsi, espressa dai premi effettivamente incassati dalle compagnie, e’ aumentata del 4,5%”.
A fronte di questo, ha spiegato il dg dell’Ania, “il costo totale dei risarcimenti (comprensivo sia dei danni a cose sia dei danni alle persone) nel 2009 e’ stato pari a 15 miliardi; di questi circa i due terzi (ossia ben 9,5 miliardi) sono relativi a danni fisici (e comprensivi anche dei danni a cose dei sinistri misti). In termini piu’ tecnici – ha osservato – la percentuale di sinistri con almeno un danno alla persona e’ stata nel 2009 in Italia pari a circa il 22%. Nel confronto internazionale e’ un valore doppio di quello osservato negli altri paesi europei.
L’anomalia italiana, infatti, e’ essenzialmente dovuta a un diffuso fenomeno speculativo favorito da una legislazione e da un praticato giudiziario eccessivamente benevolente”.
Sul fronte delle frodi, Garonna ha fatto quindi “notare che le criticita’ di alcune aree del Sud Italia diventano ancora piu’ evidenti quando si considera il numero medio di danneggiati per sinistri. Sulla base dei dati del 2009, ogni sinistro con lesioni alla persona coinvolgeva mediamente 1,35 individui; nel Sud del paese il numero di persone risarcite e’ quasi sempre superiore alla media con punte fino a quasi 2 individui per sinistro. E’ questa una situazione insostenibile; e’ il vero problema da affrontare e risolvere. Occorre abbattere l’abnorme e ingiustificato numero e costo dei risarcimenti”.
In conclusione, Garonna ha ricordato quali sono le proposte dell’Ania: “sulla piaga dei 700.000 infortunati o presunti tali occorrono criteri di accertamento delle invalidita’ piu’ rigorosi.
E’ necessario rivedere i valori economici medico legali fissati dalla legge per le microlesioni. Si potrebbe conseguire una riduzione dei costi e dei prezzi della rc auto stimabile nel 10%.
La valutazione economica delle lesioni gravi non e’ piu’ sostenibile: occorre approvare le tabelle di legge per le invalidita’ piu’ gravi e fissare parametri equi ma economicamente sostenibili per i danni dei parenti delle vittime primarie”.
“Il risarcimento diretto deve essere obbligatorio Il risarcimento diretto ha consentito una riduzione dei tempi di liquidazione e del contenzioso, ma occorre garantire certezza giuridica che la procedura non sia aggirabile da operatori interessati a reintrodurre costi impropri nell’attivita’ risarcitoria dei danni da circolazione”.
Per quanto riguarda il bonus-malus, la legge 40/2007 ha previsto che, nel caso di un incidente in cui siano coinvolti due veicoli con una responsabilita’ del 50% per ciascun guidatore, non scatti il malus per nessuno dei due assicurati. Stabilisce, inoltre, un’impropria attribuzione della classe di merito su base familiare. Per Garonna, “si tratta di due disposizioni imperative imposte su clausole contrattuali che dovrebbero essere lasciate alla libera determinazione delle imprese in applicazione dei principi della concorrenza. Pertanto, va innanzi tutto rimossa questa normativa illogica, che, obbligando le imprese ad applicare sconti impropri, ha premiato chi non lo meritava e ha determinato un aumento del fabbisogno tariffario, per la collettivita’ degli assicurati, del 3% ogni anno”.
Ultima modifica: 16 Novembre 2017
