Marco Valerio Ricci, facciamo prima una piccola introduzione: che cos’è esattamente la PNL Ipnotica e quali benefici può avere nello sport?
“La PNL Ipnotica è l’evoluzione della Programmazione Neuro Linguistica classica, che integra l’approccio di conoscenza profonda di sé dato dalla Motivazione Scientifica, che si basa sugli studi del Professor Steven Reiss sui 16 bisogni umani, e la capacità di gestione degli stati alterati di coscienza derivanti dalla pratica dell’ipnosi. Grazie ad essa atleti e allenatori possono avere una mappa chiara delle spinte motivazionali, delle strategie, funzionali o meno, che l’atleta mette in atto per soddisfarle, e possono installare rapidamente procedure di ottimizzazione e di maggiore efficacia delle azioni attraverso l’alterazione dello stato di coscienza. In questo modo si ottiene un deciso incremento delle prestazioni che rimane costante nel tempo”.
E in particolare queste tecniche come possono aiutare i piloti di Formula 1, MotoGp, ecc…?
“La prima cosa da considerare è che negli sport motoristici il pilota performa attraverso un mezzo. La PNL ipnotica aiuta l’atleta a conoscere le proprie spinte motivazionali e a sviluppare la capacità di performare sotto pressione. Il pilota deve conoscere la capacità di focalizzare, il bisogno di ordine, e così comprendere il proprio approccio al mezzo meccanico. In seconda analisi, è da considerare la capacità di alterare il proprio stato di consapevolezza attraverso l’ipnosi, in modo da amplificare di proposito le proprie percezioni. Quando si va a 300 km/h, la percezione del tempo e dello spazio cambia, e bisogna esserne consapevoli. Infine, la PNL porta nelle persone la consapevolezza dei propri obbiettivi e delle proprie strategie“.
Che differenza c’è tra la tenuta mentale prima della gara, e quella durante la gara? Come cambia il modo di affrontare i due momenti, tra l’attesa in pista e l’inizio della corsa con l’accensione dei semafori
“Prima della gara è fondamentale azzerare qualsiasi pensiero interno per essere subito reattivi. Lo stress è molto elevato, ed è quindi fondamentale la focalizzazione e la prontezza in termini di reattività. Ci sono piloti e atleti che sbagliano le partenze, e questa è un’incapacità di rimanere focalizzati e di gestire la tensione. Bisogna creare uno stato ideale per la partenza, anche tramite tecniche di respirazione, la postura, la posizione delle mani sul volante… L’ideale è creare questo stato a freddo, e richiamarlo nel momento decisivo. Poi parte la gara e bisogna mantenere alta la motivazione, essere in grado di mantenere il ritmo gara. Questo avviene tramite vari fattori, come la chiarezza dell’obiettivo e la capacità di essere costanti“.
Parlando di casi concreti sembra che Hamilton, fresco vincitore del suo settimo titolo mondiale in Formula 1, abbia non solo un’ottima macchina ma anche una grande forza mentale. È corretto?
“Assolutamente sì, rispetto ai suoi concorrenti ha una marcia in più nella testa. È nel circuito da tanto eppure riesce sempre a migliorare, a confermarsi ogni anno. Vincere è difficile, ma confermarsi è ancora più difficile, e lui riesce sempre a gestire la pressione psicologica. La sua forza mentale è sapersi auto-motivare, alzare sempre l’asticella, e darsi ogni volta nuovi obbiettivi. Tanto che ha pareggiato il record di Schumacher e ora punta a superarlo. Certo la superiorità del mezzo ha una grossissima incidenza, e questo non si discute“.
Le cose vanno meno bene in Ferrari. Può esserci anche qui un’incidenza mentale nella crisi del Cavallino?
“Sicuramente l’ambiente conta moltissimo. Un tempo il fiore all’occhiello della Ferrari era il box, la forza era la strategia, invece negli ultimi anni si è creato un po’ di caos a livello di strategie. Dall’alto hanno creato confusione da un punto di vista della mentalità e nel modo di pensare, e questo ha influito sui piloti, portandoli a sottoperformare. Servono serenità e organizzazione da un punto di vista mentale, su tutti i livelli. Leclerc ad esempio ha mentalmente un potenziale enorme, ma l’impressione è che per ora non sia nell’ambiente giusto per esprimerlo“.
Infine una menzione per Valentino Rossi, che a 41 anni è ancora in pista. Quanto è difficile restare ad alti livelli per così tanto tempo? Dove e come trovare ogni volta le motivazioni per rimettersi in gioco?
“Rossi è il mago del ritmo gara, ha una grande capacità di mantenere sempre la motivazione altissima. È un leader e sa farsi amare, ma ha anche una grande umiltà. Ogni volta trova motivazioni nuove, riuscendo però a mantenere i piedi per terra. Vive nella continua ricerca del miglioramento personale, e non è un caso che abbia provato esperienze anche nel rally e nella Formula 1. La sua è una sfida continua, senza accontentarsi mai, dandosi ogni volta un nuovo traguardo. Così si resta al top per tanto tempo“.
Ultima modifica: 16 Dicembre 2020