Il modello Citroen 2 CV è un’auto dalla storia affascinante, ma che non tutti conoscono. A dar vita a questa vettura fu Pierre-Jules Boulanger negli anni ’30.
- L’inizio di tutto avvenne con la TPV realizzata da Boulanger. Le origini di questa piccola vettura bicilindrica, di stampo francese, risalgono a metà anni ’30. Fu allora che Boulanger venne incaricato di risollevare le sorti di un’impresa che era ormai giunta alla bancarotta. Fu allora che, tra il 1935 e il 1936, si impegnò a ridar vita ai bilanci della Citroen. Quest’ultima stava affrontando allora un periodo difficile, in seguito alla realizzazione della Traction Avant, l’auto che rappresentava il simbolo di un’era industriale nella quale aveva creduto il fondatore del marchio automobilistico, André Citroen.
La storia
La storia della 2 cavalli comincia, quindi, proprio con Boulanger, il quale riesce a dare man forte all’azienda, riportandola in breve tempo all’attivo. Per far questo egli decise di trascorrere del tempo ad Auvergne, regione francese nota per la sua florida agricoltura. Proprio qui comprese che quasi nessuno possedeva un’auto, fu allora che decise che avrebbe realizzato una vettura che potesse soddisfare le esigenze dei più. Era necessario creare un’auto che fosse anche adatta ai contadini, sulla quale si potessero trasportare beni fondamentali per il lavoro dei campi.
La TPV
Fu proprio allora che nacque la TPV, un’auto che fosse economica, semplice, ma allo stesso tempo affidabile e sicura. Una volta preso nota delle caratteristiche che avrebbe dovuto possedere la sua auto, consegnò le sue indicazioni scritte ad André Lefebvre. A lui affidò l’incarico di progettare l’auto che avrebbe sostituito i due cavalli che i contadini utilizzavano nei campi per arare e trasportare le cose. TPV stava infatti ad indicare la trés petite voiture, un’auto molto piccola, ma estremamente efficiente. Questa venne costruita in ben 250 prototipi differenti.
La TPV realizzata nel ’39 lasciava alquanto a desiderare in fatto di estetica. Del resto, il suo primo obiettivo era che fosse efficiente, non bella. Mostrava dei finestrini anteriori, divisi orizzontalmente a metà. Questo perché, mentre la parte superiore restava fissa, quella inferiore si poteva ribaltare per consentire ai contadini di mettere fuori il braccio e indicare la direzione di svolta. In quegli anni si sentiva anche il sopraggiungere della Seconda Guerra Mondiale e le truppe naziste riuscirono a valicare il confine francese.
Il periodo del nazismo
Fu allora che Boulanger diede l’ordine di distruggere i prototipi della TPV. Non voleva che cadessero nelle mani dei nazisti. Negli anni ’80, al di sotto di un tetto in paglia di un edificio Citroën, furono ritrovati tre prototipi, che erano rimasti nascosti per tutto quel tempo. Solo cinque anni dopo, quando finalmente si respiravano venti di pace, Boulanger decise di fare un restyling della 2CV e affidò il lavoro ad uno stilista italiano, Flaminio Bertoni.
Il tocco italiano di Bertoni diede alla 2CV una nuova ventata di freschezza che la caratterizzò a lungo. Il suo costo fu leggermente innalzato rispetto ai primi prototipi, ma restò in ogni caso un’auto a buon mercato per quegli anni. La versione del ’48 fu dotata di nuovi ed attenti dettagli, tanto da essere certamente più confortevole. Fu un successo travolgente, ben oltre ogni aspettativa per l’epoca. Le richieste che giunsero per la nuova 2CV furono tali che la casa automobilistica non riuscì a farvi fronte. Tra i maggiori acquirenti vi furono tutti coloro che non avrebbero potuto permettersi un’altra vettura, vale a dire i contadini, i parroci locali, i veterinari, gli insegnanti.
I nuovi motori
La lista diventava sempre più lunga, tanto da raggiungere ben due anni e mezzo di attesa. Nel corso degli anni, tuttavia, Citroen e la sua 2CV non smisero mai di evolversi. Fu così che, il motore da 375 cc di cui era dotata, divenne col tempo un 425 cc. Mentre, verso la fine degli anni ’60 si trasformò in 435 e 602 cc. Quest’ultimo venne realizzato sino agli anni ’90. tra il ’48 e il ’90 furono prodotti circa cinque milioni di esemplari Citroen. Si trattò di un’auto che finì per viaggiare in ogni angolo della terra, affrontando i deserti africani, sino alle vette delle Ande. Questa piccola vettura fu al fianco di intere generazioni di viaggiatori per il mondo.
La produzione industriale di Citroen 2CV ebbe ufficialmente inizio nel settembre del ’49. Il suo primo modello, con un motore di 375 cc, venne assemblato in 128.685 esemplari. Nel ’54 si cominciò a dar vita a produzioni di nuovi modelli con motori più potenti. Se ne arrivarono a costruire ben 1.732.798 esemplari. Negli anni ’70 si cominciò con la produzione di nuove versioni dotate di motore 602 cc e si continuerà sino al 27 del ’90, quando venne realizzata l’ultima 2CV. Da non dimenticare che, per completare l’intera produzione a marchio Citroen, ci furono anche le 694 bimotore, le cosiddette 4×4 Sahara. Queste vennero costruite tra il dicembre del ’60 e il luglio del ’66. Ecco allora che, le 2CV assemblate sono state in totale 3.872.583 in versione berlina. A queste va ad aggiungersi un altro 1.246.306 veicoli, sia commerciali che derivati. Cifre decisamente da record!
Il ritorno con il nuovo modello?
Citroen 2CV è un’auto dalla longevità a dir poco incredibile. Quest’auto, nelle sue varie e molteplici versioni e rivisitazioni del modello originale, nel corso degli anni è anche stata assemblata al di fuori degli stabilimenti ufficiali. E’ infatti il caso del Belgio, Inghilterra, Portogallo, Cile, Iran, Costa d’Avorio, Argentina e Vietnam. Da Citroen 2CV sono nati nel tempo moltissimi altri veicoli commerciali, berlina, senza dimenticare l’affascinante Méhari, l’AMI Super e la M35. Citroen 2CV ha dato vita ad un’intera famiglia di veicoli costruiti sino al luglio del ’90.
I vari modelli realizzati ben si adattavano alle esigenze degli automobilisti di ogni angolo del mondo, dall’Africa alle Americhe, passando per il Medio Oriente e l’Indocina. Il tutto veniva costruito sulla base di un progetto a dir poco geniale ed unico nel suo genere, votato alla totale funzionalità ed efficienza. In tempi più recenti è stata anche realizzata la bellissima 2CV Soleil. Si tratta di un’edizione speciale, ideata nel 1982 e solo più tardi realizzata, grazie alla professionalità di Citroen Italia.
Le recenti rivisitazioni di un modello che ha segnato un’epoca, quella della fine della Seconda Grande Guerra, ha concesso di rivivere una storia poco conosciuta. Il mito della Citroen 2CV nasce proprio da una leggendaria sfida dei tempi e delle contingenze economiche e sociali di un’epoca. Citroen 2CV potrebbe essere definita un’auto piccola, ma dalla storia tipica di un gigante. Per giungere sino a noi, ha percorso e sfidato metà del secolo scorso ed ha vinto.
Ultima modifica: 9 Marzo 2018