A #FORUMAutoMotive un dialogo della filiera con il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani

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Durante la nuova tappa di #FORUMAutoMotive, presente e futuro della mobilità paragonano – di persona e in collegamento a distanza – i pareri dei massimi esperti del comparto e dei rappresentanti di Governo durante le 2 giornate di lavori. La ideazione è del giornalista Pierluigi Bonora, promotore del movimento di opinione #FORUMAutoMotive.

Il confronto appare irrinunciabile di fronte alla decarbonizzazione dichiarata lo scorso 14 luglio dalla Ue: obiettivo primario, destinato a cambiare pesantemente il mercato. La Commissione Ue, infatti, intende bloccare le vendite di vetture benzina e Diesel a partire dal 2035, con l’affermazione delle alimentazioni a batteria e quelle tradizionali condannate a scomparire rapidamente, senza preoccuparsi dei carburanti “low carbon” e della ricerca in questa direzione. La strada è intrapresa ormai verso una elettrificazione totale per il Continente. Ma il rischio è nella mancanza di un piano globale su energie rinnovabili e infrastrutture.
Si palesa così un percorso irto di nuovi ostacoli, in aggiunta ai guasti provocati dalla pandemia, per il comparto. L’automotive è un settore vitale – vero pilastro del Pil italiano anche per i costanti introiti in tassazione – per quanto produce in termini di occupazione, crescita, indotto e innovazione nel nostro Paese e la scelta della via elettrica potrebbe rivelarsi controproducente, soprattutto, se si dovesse continuare a dare spazio a visioni che non tengono conto della realtà del nostro mercato, che vede un parco mezzi circolante tra i più vetusti.

A Milano una Tavola rotonda, moderata dal promotore di #FORUMAutoMotive il giornalista Pierluigi Bonora e con gli interventi del presidente dell’Automobile Club di Milano Geronimo La Russa, raccoglie le testimonianze dei dealer a contatto diretto con gli automobilisti italiani, confusi e impreparati di fronte alla corsa alla decarbonizzazione.

Tra i partecipanti Roberto Scarabel, vicepresidente vicario AsConAuto, osserva: “Il processo irreversibile verso l’elettrico, in funzione delle decisioni normative assunte nella Ue, ci prospetta cambiamenti epocali e scelte difficili da affrontare come concessionari e da imprenditori: nel futuro saremo agenti o resteremo concessionari? Questioni aperte alle quali ognuno di noi dovrà trovare risposte adatte. È certo che dovremo vendere mobilità diverse da quelle attuali. Resta poi la necessità di spiegare con chiarezza a un automobilista, spesso a dire poco disorientato, come orientare al meglio le proprie scelte. Per l’elettrico i limiti maggiori sono rappresentati dai prezzi e dall’ autonomia, ma quest’ultima è in crescita e gli incentivi aiutano, però le infrastrutture latitano sempre. Bisogna mettere i clienti in condizioni di viaggiare, soprattutto in autostrada. Resta comunque un orientamento significativo di interesse rilevato all’acquisto (58 per cento degli intervistati evidenzia la volontà di passare all’ibrido o all’elettrico in base ai dati dell’Osservatorio Findomestic sui “Nuovi comportamenti di acquisto dei consumatori”), un dato che si scontra però con il prezzo elevato dell’elettrico per l’acquirente italiano e ancor più con la limitata autonomia consentita nel nostro Paese all’automobilista dalla mancanza di colonnine per la ricarica. Ricordo che su 468 stazioni di servizio in autostrada solo 41 hanno la disponibilità di colonnine per la ricarica. Un fatto che non deve stupire considerando il notevole investimento economico richiesto per una installazione (circa mezzo milione di euro) di fronte a una durata della concessione che non permette neppure di procedere all’ammortamento dell’importo. Uno dei soliti paradossi. Una situazione complessa quella alla quale dobbiamo fare fronte e nella quale è fondamentale il supporto del confronto al nostro interno e con la filiera tutta, in modo da trovare soluzioni adeguate alla nostra crescita. Da tempo ormai vendiamo in modo diverso e offriamo servizi diversificati e in questa fase possiamo fare leva sul patrimonio di fiducia che ci siamo guadagnati sul campo”.
Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, presente in streaming, si presta a un serrato confronto, prolungato e costruttivo, con i responsabili della filiera presenti e testimonia competenza e professionalità definendosi un “tecnico prestato alla politica”. Uno scambio di opinioni aperto e trasparente.

Fabrizio Guidi, presidente di AsConAuto – Associazione Consorzi Concessionari Autoveicoli, commenta con soddisfazione il discorso articolato del Ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani e il suo dialogo con il comparto: “Fa piacere ascoltare un Ministro che, con un bel passo in avanti rispetto alla demagogia del passato, guarda con attenzione e competenza al confronto con la nostra filiera. Perché la salvaguardia dell’ambiente non può prescindere dal considerare anche il patrimonio tecnologico e di lavoratori rappresentato dalla industria europea automotive. Costruire la mobilità per un futuro decarbonizzato significa riflettere anche sui bisogni essenziali e pianificare soluzioni che, lasciando da parte deboli ideologie e condizionamenti, consentano di evitare “accelerazioni” ingiustificate da parte della politica. Occorrono un bagno di umiltà e una presa di consapevolezza da parte di tutti, che spero possa portare nuove regole. Dobbiamo rimboccarci le maniche e cambiare metodo di lavoro, riconquistando un nostro ruolo. Se si vogliono davvero ottenere risultati bisogna ottimizzare gli sforzi, guardando a dati che parlano e vanno ascoltati: dei 37 Milioni di parco circolante, 22 Milioni (quasi il 70%) sono con motorizzazioni sotto Euro 5. Ed è qui che occorre intervenire. Per questo non vediamo la soluzione nei numeri che potrà avere l’elettrico. Come invece la potranno rappresentare i carburanti sintetici, con basse emissioni inquinanti e l’idrogeno. Occorre corresponsabilizzare anche l’automobilista, con una offerta ampia e diversificata che gli consenta scelte davvero ecologiche e a tutela della salute. Nel nostro futuro associativo credo anche che possa avere un ruolo una Rete dell’autoriparazione capace di garantire una chiara qualità nella manutenzione dei veicoli circolanti. Ma c’è il forte rischio che, senza nuovi strumenti, le difficoltà attuali del settore permangano e si intensifichino. Proprio oggi che tutto il nostro settore, dove si è consolidato il nostro rapporto di collaborazione con Federauto, si manifesta come una filiera forte e unita. Con operatori che mostrando serietà, coesione e responsabilità hanno meritato di divenire finalmente interlocutori presso il Governo. Un segnale incoraggiante, che ci auguriamo rimanga e si sviluppi nel futuro”.

Ultima modifica: 29 Ottobre 2021