Presidente Turrettini, Ginevra sta per alzare il sipario sull’edizione numero 89 (7-17 marzo). E’ preoccupato per le defezioni di case importanti come Ford, Volvo, Opel, Jaguar, e Hyundai?
«Alcune sono defezioni episodiche, qualcuna mi ha perfino sorpreso. C’è chi non ha nulla di nuovo da mostrare e chi preferisce investire in altre manifestazioni. Ma con 34 nuovi espositori, in gran parte provenienti da Russia, Cina e dalla Svizzera, abbiamo mantenuto inalterata la superficie espostiva».
Resta il fatto che il modello di Salone tradizionale sembra in crisi, case importanti preferiscono allestire in proprio rassegne monomarca, Audi e Ford per esempio…
«I saloni paralleli rappresentano una nuova forma di comunicazione, ma Ginevra resta un terreno di confronto eccezionale per le case e una vetrina invidiabile per i nuovi modelli. Non a caso le supercar, a cominciare da Ferrari, svelano qui le loro novità , in un contesto unico».
Come cambia Ginevra per reggere all’usura del tempo e per fronteggiare le mutate esigenze dei costruttori di auto?
«Dobbiamo diventare più flessibili, concedere grande libertà alle case nell’allestimento dei loro spazi espositivi ed essere pronti a fronteggiare anche adesioni o rinunce dell’ultima ora. Un tempo si poteva immaginare un anno prima come sarebbe stato il prossimo Salone. Oggi bisogna lavorare giorno per giorno».
Inevitabile guardare al futuro, all’auto iperconnessa e a guida autonoma.
«Ginevra non si è mai fatta sorprendere dalle novità che incalzano. Da sempre abbiamo riservato attenzione all’auto elettrica, costruendo anche un padiglione verde, quando questa tecnologia era ancora ai primi passi. Adesso le grandi novità tecnologiche trovano spazio nei normali spazi espositivi della case. Noi invece ci proponiamo di diventare centro focale del dibattito sulle nuove frontiere dell’auto. Per questo abbiamo organizzzato per il 5 marzo, nella seconda giornata riservata alla stampa, una conferenza Shift dove relatori di rilievo parleranno di guida informatica, di auto collegate in Rete, di guida autonoma e delle necessità di reti di quinta generazione. Questa iniziativa è frutto dell’accordo con l’IFA di Berlino, la più grande fiera europea dell’elettronica di consumo».
Il cuore del Salone restano le auto e le grandi novità di prodotto, che cosa dobbiamo aspettarci?
«Ci saranno 79 anteprime mondiali e le case stanno ammantando tutto di mistero. Specie le supercar. Per chi ha voglia di novità il piatto è ricco. Cito Lamborghini Evo Cabrio il supersuv elettrico firmato Pininfarina, l’Aston Martin Lagonda, anche questa ad elettroni, la Porsche 911 Carrera Cabrio, la Polestar 2, che è il marchio prestazionale di Volvo. E fra le vetture più ‘popolari’ la nuova Renault Clio, Peugeot 208, il suv Skoda Kamiq, Mazda CX3».
Ci sarà spazio anche per il ricordo, la celebrazione e il mondo vintage, che sta riscuotendo consensi sempre più ampi?
«C’è una vera chicca, specie per i tanti appassionati italiani che vengono al Salone. Per celebrare i 70 anni del glorioso marchio Abarth, presenteremo una rassegna di venti auto che hanno fatto la storia del brand italiano. Dagli anni Cinquanta ad oggi. Sarà un affascinante viaggio nel tempo».
A proposito di visitatori, quali sono gli obiettivi che vi siete prefissi?
«Fra i 650 mila e i 700 mila, è il nostro target delle ultime edizioni. Naturalmente con la collaborazione dei visitatori italiani. Che nel 2018 scorso hanno raggiunto l’11%. Un bella dimostrazione di affetto»
Giuseppe Tassi
Ultima modifica: 2 Marzo 2019