Benvenuti nell’iperspazio. BMW X5 M50d è un SUV straripante, la dimostrazione che il Diesel è un motore speciale. Nonostante un ostracismo esagerato: il gasolio resta la soluzione nettamente migliore, più efficiente, per chi viaggia su lunghe tratte lontano dalle città.
Ripresa mostruosa, prestazioni, autonomia, emissioni ridotte e consumi paragonabili a un SUV ibrido con un “duemila” sotto. Qui invece parliamo di un quadri (sì, quattro) turbo Diesel. Un sei cilindri da 400 cavalli.
Il nome del motore, B57s, è già tutto un programma. Sembra quello di un bombardiere (che in effetti è pure esisto il B-57 Canberra). Invece degli ordigni, cala il poker di turbo. Ha senso un quadri-turbo a gasolio all’alba dell’era elettrificata? Senza dubbio non ha rivali e si prospetta su nuova X5, più grande, più tecnologica e ospitale, come un asso pigliatutto. Alla faccia della demonizzazione, spesso miope, di politica e amministrazioni.
Nel 2015 Auto aveva provato X5 M50d con il tri-turbo. Sempre 3 litri, ma con 381 cavalli. Poderoso, ma soprattutto capace di coinvolgere per tonalità possente e rendimento, capace di allungare ben oltre i 3.500 giri, fino ai 5.500.
Nnel 2019 sono 400 cv, con 760 Nm di coppia da 2.000 giri. X5 era al top allora e anche adesso con il B57s, il più potente sei cilindri a gasolio del mondo. Galvanizzato da due turbocompressori a bassa pressione e due ad alta pressione, per essere sempre pronto a qualsiasi regime.
Una potenza specifica di oltre 133 cavalli/litro, stratosferica per un motore a gasolio. Ma sempre da Formula Uno. E con un prezzo di partenza di 98.750 euro. Destinato a crescere, perché le personalizzazioni sono infinite.
Per le informazioni “generiche” su X5 vi rimandiamo alla prova su strada di QN Motori, che abbiamo fatto lo scorso autunno ad Atlanta in Georgia (USA).
Prendere o lasciare
BMW X5 M50d senza dubbio acchiappa chi può permettersela, con il fascino del mastodonte, velocissimo ma altrettanto moderno. Senza pecche, per chi non guarda al sottile, in ogni senso. E con pochissime rivali per trasferimenti lunghi, lunghissimi e anche con il gusto di un po’ di movimento.
Sportiva con quasi venticinque quintali di peso da portare a spasso e su un sedile a settantadue centimetri da terra? Sì, M50d potrebbe candidarsi a sinonimo di antitesi felice. Enorme SUV, ma cattivissimo e non solo per gli “spari” sul dritto. Quella “emme” argentata abbinata rosso, viola e azzurro è al posto giusto, onora il prestigio delle BMW uscite dalla divisione Motorsport. Non a caso sospensioni con assetto, differenziale sportivo, impianto di scarico e freni maggiorati sono tutti ottimizzati MSport. E non si tratta ovviamente solo di una marcatura.
BMW X5 M50d, perché è speciale
La sovralimentazione multi-stadio con quattro turbocompressori e l’iniezione diretta common rail, che può toccare una pressione massima di oltre 2.500 bar, aiutano a fare la differenza.
Il segreto. Due turbine sono a bassa pressione, esaltando la pinta ai regimi inferiori e riducendo il ritardo di risposta. Due ad alta pressione, per scatenare l’inferno quando si gira più in alto. La sinergia è clamorosa. A 1.000 giri ci sono già 450 Nm di coppia. Il picco massimo di potenza è a 4.400, ma anche in questo caso il sei cilindri ruggisce e la linea rossa è a 6.000 giri, inusuale per un Diesel. Il cambio ZF a otto marce è stato irrobustito per gestire l’esuberante coppia del sei in linea.
BMW X5 M50d, quanto va
Un dato su tutti. Poco più di tre secondi e mezzo per passare da 80 a 120 km/h rendono bene l’idea delle potenzialità di questa vettura da 2350 kg di peso. Possente e pesante, ma tutt’altro che seduta, grazie alle ruote posteriori sterzanti (Integral Active Steering, a richiesta), allo sterzo e alle sospensioni dedicate con l’assetto M Professional. Anche 5,2 secondi come accelerazione da 0 a 100 km/h sono un dato spaziale.
Nonostante tanta cattiveria comfort davvero regale, per acustica e marcia, e, nei limiti della fisica, un comportamento dinamico di grande precisione. Il SAV bavarese è sostanzialmente piatto. Al limite l’inevitabile inerzia presenta il conto, che non è salato. L’avantreno è preciso quasi come quello di una sportiva, il retrotreno richiama dall’elettronica qualche “assestamento” quando di cambia ripetutamente e repentinamente direzione (curve e contro-curve).
Anche se è relativo, dato il prezzo, i consumi sono scesi, grazie a un’efficienza notevolissima del propulsore e in generale della vettura. Ma una percorrenza media di 11,5 km/litro rappresenta senza dubbio una grande sorpresa. Con un pieno (80 litri) si può viaggiare per novecento chilometri. Per davvero e senza stare parzializzare ogni volta l’acceleratore. Con tanta grazia a disposizione sarebbe sacrilego.
Ultima modifica: 23 Luglio 2019