di Giuseppe Tassi
Un coupé a ruote alte. Con questa formula, riassunta nella sigla C-HR (Coupè High Rider) , Toyota rivoluzionò il mondo dell’auto, lanciando una vettura spigolosa e dal look insolito.
Era il 2016 e nel giro di sette anni quel gioco d’azzardo si è tramutato in in un grande successo con 850mila unità vendute in Europa e ben 90.000 in Italia.
Oggi Toyota lancia la nuova C-HR (nelle concessionarie da fine novembre) con l’obiettivo dichiarato di renderla più vicina ai gusti dei clienti europei.
Progettato è costruito in Belgio il crossover giapponese ricalca le linee avveniristiche di un concept, acquista una silhouette più filante e una personalità marcata, senza gli eccessi della prima versione.
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Il frontale è molto pulito, le fiancate incise con un motivo a forma di diamante e le maniglie delle porte a scomparsa. Il posteriore, molto elegante, è abbracciato da un’unica linea luminosa che porta al centro il marchio.
Più compatta di 2 centimetri rispetto alla prima versione (4,36 metri), C-HR ha una forte impronta al suolo e monta pneumatici da 20 pollici.
L’impatto è quello di un crossover aggressivo e grintoso. Il doppio colore, che spezza la carrozzeria, e il tetto panoramico trasparente completano l’identikit di una vettura dal carattere deciso.
Anche gli interni confermano l’aspirazione Premium del modello. Il cruscotto digitale da 12,3 pollici e un touch della stessa grandezza governano l’elettronica dell’auto.
L’uso di materiali riciclati (bottiglie di plastica e filati) non impoverisce l’auto e ne sottolinea la vocazione alla sostenibilità , che passa da vernici ecologiche e acciaio di recupero.
Molta attenzione anche alle luci interne che offrono 64 modalità diverse e toni di colore che cambiano a seconda della temperatura e dell’illuminazione solare.
Sospinto dal classico ibrido Toyota, giunto alla sua quinta generazione, C-HR propone due benzina 1.8 (140 cv) e 2.0 (197 cv).
Il secondo motore equipaggia anche la versione a quattro ruote motrici e sarà l’anima della top di gamma (223 cv) con tecnologia plug-in (ricaricabile alla spina) in arrivo nel 2024.
Toyota C-HR 2024, come va su strada
La nostra prova, con il due litri ibrido, lungo le strade che risalgono la collina di Ibiza e poi planano verso il mare conferma la solidità della vettura.
Buono lo spazio interno anche nei sedili posteriori, recuperata una migliore visuale nonostante la linea calante del coupé, C-HR danza sulla strada con eleganza e sicurezza.
Il baricentro di guida basso migliora il feeling con la vettura. L’accelerazione è notevole ma sottolineata dal classico rumore ascendente del cambio Cvt mentre scala verso l’alto. Con una pressione più morbida sul pedale l’effetto è invece molto attutito.
Gli Adas di ultima generazione forniscono un utile ausilio alla guida e il navigatore legge in modo intelligente la strada, segnalando anche telecamere e autovelox.
Molto utile la luce di sicurezza sulla portiera del guidatore che si accende per segnalate un veicolo o un pedone in avvicinamento.
L’accelerazione è buona (8.1 secondi da 0 a 100 orari) ma è sul passo che Toyota C-HR da’ il meglio con ritmo costante e consumi da 4.7 l/100 km.
Nel segmento C, dove Suv e Crossover impazzano, può giocarsi bene le sue carte in virtù della buona tecnologia, dei motori collaudati e di un design davvero innovativo ma vicino al gusto europeo.
Toyota C-HR 2024, quanto costa
I prezzi partono da 35.700 euro e scalano fino ai 47.300 della versione top di gamma GR Sport a quattro ruote motrici.
L’allestimento Trend, già molto ben accessoriato, supera di poco i 42mila euro. Ma uno sconto Toyota di 3.750 euro e una formula con rata mensile da 229 euro rendono C-HR più accessibile e vicino alle tasche sempre più vuote degli italiani.
Ultima modifica: 13 Marzo 2024