Da Quotidiano Nazionale,
di Andrea Ropa
Un impero automobilistico su cui non tramonta mai il sole. Dal sogno di Sergio Marchionne, tradotto in strategia industriale dal manager che guidò Fiat alla conquista di Chrysler, sono passati 13 anni. Ma sembra un secolo.
Oggi infatti il gruppo Stellantis, nato dalla fusione tra Fiat Chrysler Automobiles e PSA, ha un focus sempre più europeo (o meglio francese, come ha dichiarato qualche giorno fa l’ex presidente di Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo).
E soprattutto orientato sull’auto elettrica, mercato che negli Stati Uniti stenta a decollare. In questa chiave si può leggere la sospensione, a partire dal prossimo 28 febbraio, delle attività nello stabilimento Jeep di Belvidere, nell’Illinois, ufficialmente a causa delle difficoltà dovute alla pandemia, alla carenza di micro-chip e all’aumento dei costi legati alla transizione verso i veicoli elettrici.
Saranno licenziati i circa 1.350 dipendenti della fabbrica, dove vengono prodotti i Suv Cherokee, anche se l’azienda ha fatto sapere che «farà ogni sforzo per collocare i dipendenti a tempo indeterminato in posizioni aperte a tempo pieno, non appena si renderanno disponibili».
«Il nostro settore – ha spiegato Stellantis in un comunicato – è stato influenzato negativamente da una moltitudine di fattori, come la pandemia Covid 19 e la carenza globale di microchip. Ma la sfida di maggior impatto è l’aumento dei costi legati all’elettrificazione del mercato automobilistico».
Pesanti critiche sono state espresse da UAW, il sindacato americano che rappresenta il settore automobilistico
«Siamo tutti profondamente irritati dalla decisione di Stellantis di chiudere l’impianto di assemblaggio di Belvidere senza un piano per i prodotti futuri» ha commentato Cindy Estrada, vicepresidente di UAW e direttrice del dipartimento di Stellantis, secondo cui la transizione dell’industria verso l’elettrificazione crea opportunità per nuovi prodotti e «aziende come Stellantis ricevono miliardi di incentivi governativi per passare all’energia pulita. È un insulto a tutti i contribuenti il fatto che non investa-no questi soldi nelle nostre comunità».
Infuocato il clima sindacale anche in Francia.
Dove Stellantis ha messo sul tavolo una proposta di aumento salariale del 5,3% per il 2023 ai dipendenti d’Oltralpe.
Una proposta che il sindacato CFDT ritiene deludente «rispetto ai benefici del gruppo e ai redditi colossali del nostro amministratore delegato» ha detto la sindacalista Christine Virassamy.
Nel primo semestre 2022 Stellantis ha realizzato ricavi per 8 miliardi di euro, con un margine operativo record, al 14,1%. In Italia ha immatricolato nel mese di novembre 36.892 auto, I’1,5% in più rispetto allo stesso mese del 2021, quando erano state 36.363. La quota di mercato del gruppo è scesa al 30,9%, a fronte del 34,8% del 2021.
Ultima modifica: 12 Dicembre 2022