Una piccola elettrica che scatta come una supercar, smart #1 Brabus è fuori dal coro. Unica nel suo genere per il momento. Davide è diventato Golia?
Appare evidente che dopo 25 abbu il DNA di smart è stato rivoluzionato. Da 2,5 a 4,3 metri di lunghezza, da 45 a 428 cavalli, da 805 a 1.900 kg: c’è un altro mondo dalla prima ForTwo alla #1. Non solo il passaggio dall’endotermico all’elettrico.
Cina e Germania, la sinergia tra Geely e Mercedes ha cambiato tutto e ora s’è aggiunta, in attesa di altri modelli, anche sorella maggiore #3.
La smart resta fuori dagli schermi, non è una auto neutrale, non lascia indifferenti. Ancor di più la versione Brabus in prova.
Non esiste un Suv compatto di 4,3 metri che accelera da zero a cento in 3,9 secondi. Come una supercar da ben oltre 100.000 euro.
Pure la #1 Brabus non scherza a listino. Seppur di fatto full optional, parte da 48.150 euro, ma promette picchi assoluti che non possono lasciare impassibili. La trazione integrale, con la spinta dei due propulsori, dietro da 272 e davanti da 156 cavalli, è scatenata.
Si tratta dello zenit della gamma, grazie soprattutto alla configurazione a doppio motore, rappresenta un unicum sul mercato. Il design è stato forgiato dal Centro Stile Mercedes, mentre l’assemblaggio è eseguito a Xi’an, in Cina.
Si distingue, per esterni e interni, col tetto vetrato che posato sull’abitacolo, livree esterne vistose, tre centimetri più lunga rispetto alle altre versioni in virtù di paraurti più prominentti.
E’ assemblata sulla piattaforma modulare Sea (Scalable Electric Architecture) utilizzata da Geely anche per Volvo e Lynk&Co, la quale prevede cinque diverse “misure”.
Accogliente con un passo di 2 metri e 75m che regala una abitabilità da grande berlina. Eccezionale nella seconda fila, che beneficia di un divano scorrevole di 13 centimetri. Pratico, che permette in alcune situazioni di ovviare a un bagagliaio dalla capienza inversamente proporzionale rispetto all’abitacolo: da 313 fino a 411 litri facendo avanzare la seconda fila. Non molti e il frunk anteriore da 15 litri è comodo quasi esclusivamente per sistemare i cavi di ricarica e non molto di più.
A bordo la foggia della plancia e la qualità dei materiali fa subito sentire aria di casa Mercedes almeno per quanto riguarda la cura costruttiva. Indovinata la scelta dell’abbinamento tra l’head up display in perfetta simbiosi con una strumentazione molto sottile, che si “incastra” bene nella corona del volante. Nessun problema di consultazione. Il display dell’infotainment e della gestione generale con l’assistente virtuale nei panni di una simpatica volpe offre un navigatore basato su Google Maps.
Evidente il riferimento a Tesla, su tutte la regolazione dei retrovisori operativa solo dallo schermo centrale. Si passa da lì per molte regolazioni, i tasti fisici sono pochi, ma funzionali.
Su smart #1 Brabus si viaggia seduti in alto, a quasi sessanta centimetri da terra: il corredo di ADAS è pronto. Ospitali i sedili in pelle scamosciata in microfibra, ma la Brabus, se si prende subito il toro per le corna, ha parecchia birra e bisogna prendere misure all’impianto frenante.
smart #1 Brabus toglie il fiato…
Formidabile la ripresa, impiega 2 secondi per passare a 80 a 120. Brabus non ha assetto o pneumatici dedicati, ma regala cambi di passo quasi inquietanti.
Questione peso: i 1.900 kg si sentono nell’inserimento in curva, ma la trazione integrale è lesta. La grinta è fuori dal comune e nella modalità Brabus – le altre sono Eco, Normal e Sport – quando si alza il passo il sistema audio Beats accompagna un sound elettrico credibile, digitale, ma senza ipocrisia, ricorda un V6 ma non lo scimmiotta. Per amatori del genere.
D’altro cabto #1 Brabus offre un notevole comfort acustico, gradevole anche nei trasferimenti di ogni giorno.
Capitolo ansia da ricarica: i 400 km di autonomia dichiarati per batteria da 66 kWh sono di manica larga. Il doppio motore elettrico consuma energia. Con una guida normale i 300 chilometri sono raggiungibili.
La piccola Brabus assorbe fino a 150 KW in fase di ricarica, il che significa che da colonnina ad alta potenza è possibile recuperare dal 10% all’80% del raggio di azione in poco meno di mezz’ora. Indovinata presenza del caricatore di bordo da 22 kW che permette, ove possibile, rifornimenti da corrente alternata non eterni.
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Ultima modifica: 4 Gennaio 2024