L’affare fa gola a chiunque. Un’auto di prestigio a prezzo di saldo. D’accordo, è usata. Ma le immagini sul web parlano chiaro, dal vivo la vettura è davvero così: le condizioni sono ottime e poi il risparmio è garantito, di diverse migliaia di euro. C’è chi crede di essersi imbattuto nel giorno fortunato.
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D’altra parte un prezzo così stracciato non c’è altrove. Un sogno? No, spesso è un incubo. Lo è per chi si lascia sedurre dalla prospettiva dell’affare, paga e poi vede sparire rivenditori e auto dei sogni insieme ai propri soldi. Tutto svanito, in un attimo. L’autosalone che metteva in bella mostra le vetture diventa un locale vuoto, talvolta con il beffardo cartello ‘torno subito’. E l’entusiasmo fa posto all’amarezza che inevitabilmente attanaglia chi è vittima del raggiro.
È la truffa delle auto fantasma. Le cronache portano alla luce un preoccupante susseguirsi di episodi di questo tipo. L’ultimo a Occhiobello, in Veneto: 18 indagati dalla procura di Rovigo per truffa e associazione e delinquere, dieci di questi finiti in carcere.
I ‘protagonisti’ vendevano auto pregiate a prezzi vantaggiosi, anche online, e poi non le consegnavano. Anche in questo caso – è il comune denominatore – c’è un autosalone intestato a un prestanome. Che resta aperto per il tempo necessario a organizzare il raggiro (coinvolte diverse decine di vittime per un danno economico stimato in 600mila euro) e poi improvvisamente chiude.
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Medesimo copione qualche mese fa a Cesena. Il caso guadagna anche la ribalta della tv nazionale. Raccontato da Striscia la notizia. Cinque automobili di alta gamma usate come esche, sconti anche del 30%, malcapitati clienti che versano acconti per vetture che non avranno mai.
Il finale: l’autosalone chiude all’improvviso dopo aver fruttato guadagni illeciti per circa 200mila euro e dei venditori si perdono le tracce. Era successo lo stesso un anno prima, con diverse persone – anche dalla Romagna – finite nella rete di una concessionaria del Mantovano.
Auto fantasma: gancio online, ma la trappola scatta nel salone
Spesso il gancio è un annuncio online, ma è proprio nei saloni che i clienti cadono nella trappola. «Ho versato quasi 20mila euro – racconta una delle vittime di Cesena – per un Suv che non mai ho visto. Mi è stato fatto firmare l’atto di vendita e mi è stato detto che dovevo versare l’intera somma prima della consegna. Perché si trattava di un’automobile che arrivava dalla Germania. Passavano i giorni, ma la vettura non arrivava. Poi ho capito che era tutta una truffa».
Le indagini rivelano che ad architettarla è una vera e propria organizzazione piramidale.
E ancora, autosalone fantasma aperto e chiuso nel giro di pochi giorni a Reggio Emilia. Finti venditori nella cui rete finiscono centinaia di persone, da Milano a Napoli, in quella che è un’escalation di raggiri da milioni di euro. Morale della favola: diffidate dagli affari troppo belli per essere veri.
Giuseppe Catapano
Ultima modifica: 7 Aprile 2021