Prestanome di auto, un fenomeno che spesso popola le cronache giudiziarie. ASAPS con un esaustivo articolo di Lorenzo Berselli, Ispettore della Polizia di Stato, fa chiarezza.
Riportiamo il testo.
Si tratta di un soggetto terzo, che si intesta veicoli come se fosse un grande noleggiatore, per farli usare a chi non vuole associare la sua presenza ad un veicolo.
Le forze di polizia, lavorano spesso per dare un nome al fantoccio che lo guida, dovendo spendere una buona parte di energie (e di denaro pubblico) per smascherare il prestanome, con l’evidente danno che le indagini subiscono a causa del tempo perso e con la prospettiva di non centrare l’obiettivo.
Ricorrono al prestanome due macro-categorie di soggetti. I furbi e i delinquenti.
I primi, i furbi, in genere prediligono le targhe straniere. Approfittando di un parente o di un amico straniero, anche comunitario, e scorrazzano a tutta velocità fregandosene di pedaggi autostradali, radar, semafori e telecamere. Infestando le zone a traffico limitato e di parcheggi a pagamento, e solo in caso di controllo immediato le sanzioni possono definirsi esigibili (ex art. 207 CDS). Mentre in caso di indagini penali esistono procedure rogatoriali che consentono di addivenire all’identificazione dell’intestatario. Ovvero esistono i centri di cooperazione di polizia che, in ambito Schengen possono fornire qualche elemento investigativo importante.I secondi, i delinquenti, utilizzano invece soprattutto veicoli italiani: targhe pulite, quasi sempre assicurate e revisionate, e dalle tante indagini la maggior parte di questi utilizzatori, sono risultati nomadi (rom, sinti, caminanti, zingari).
Il problema grave è che – anche quando le indagini vengono fatte – le difficoltà arrivano dalla discrezione con cui le Autorità Giudiziarie valutano l’elemento soggettivo dell’indagato. Citiamo il caso di del commissariato di Vigevano (Pavia), nel 2014, identificò e denunciò alla procura di Monza un 34enne brianzolo che al PRA era formalmente proprietario di 2.069 autovetture e 4 ciclomotori, dei quali nessuno pagava il bollo o le multe. Milioni di euro (un tesoretto), senza contare il “pericolo” oggettivo che derivava dalla libera circolazione di 2.069 macchine fantasma.
Il GIP di Monza emise un decreto di sequestro preventivo finalizzato poi alla confisca di quei veicoli per i quali potesse emergere un qualche valore. Ed alla demolizione di quelli più vecchi e alla fine 1.290 sono andati all’asta. Risultato centrato.
Altro caso. Ad Asti, il Tribunale aveva appioppato ad un “commerciante” che era risultato intestatario di 39 veicoli, utilizzati da clan di rom per commettere furti e rapine o guidati da persone senza patente, una misura di prevenzione personale e patrimoniale. Perché ritenuto “socialmente pericoloso”. Quindi, sorveglianza speciale di pubblica sicurezza e sequestro di quei beni.
Ma la Corte d’Appello di Torino ha accolto la tesi difensiva del suo legale, annullando tutto. Macché socialmente pericoloso: è solo scorretto (fiscalmente), mica connivente con gli ambienti criminali! Infatti, i clan di Rom ne trovano a bizzeffe, di commercianti disposti, ovviamente dietro compenso, a tenersi intestati i veicoli. Così, contrordine! Restituitegli tutto e annullate le 16 contestazioni di intestazione fittizia, ex art. 94 cds, che la Polizia Stradale gli aveva correttamente notificato.
La stessa Corte d’Appello di Torino, per inciso, ha poi confermato la decisione di primo grado per un caso analogo nei confronti di un altro prestanome, che aveva lasciato usare, sempre da alcune famiglie Rom, una quarantina di veicoli a lui intestati.
Noi abbiamo un arma: la procedura amministrativa.
Il ruolo di banche dati di Motorizzazione e PRA
Le banche dati di Motorizzazione e PRA sono teoricamente pronte a rilevare anomalie. Un prestanome, se non è una persona giuridica legata all’automotive o un collezionista, può essere prontamente individuato e segnalato a chi sta inserendo una pratica di immatricolazione.
Se la persona è irreperibile, o se non ha i requisiti o se semplicemente non sa dove sia il veicolo a lui intestato ovvero se non ne paga la tassa di circolazione, deve scattare un immediato provvedimento di rintraccio e confisca dei veicoli registrati in violazione.
Tali banche dati devono parlare, con quelle dell’anagrafe (cosa stiamo aspettando ad unificarle?) e delle assicurazioni. Un’auto non revisionata e non assicurata, non solo deve essere segnalata in banca dati. Ma deve essere ricercata dalle FFPP.
Certamente, in grandi città certe ricerche sarebbero più difficili rispetto ad un centro urbano. Ma se a Rocca Cannuccia sappiamo che il sig. Tal dei Tali ha un’auto senza revisione e polizza, bisogna andare a cercarlo per chiedergliene conto. Sarà custodita in una proprietà privata? Ok, ma se il veicolo circola, gli deve essere tolto immediatamente.
Lorenzo Berselli, Ispettore della Polizia di Stato. Responsabile Comunicazione di ASAPS
Ultima modifica: 1 Ottobre 2018