Il mondo dell’auto perde tre assi, tre autentici giganti. Prima la morte di Sergio Marchionne che ha rapito il vero pilastro di FCA, poi lo scandalo che ha travolto Carlos Ghosn, grande fautore dell’alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi.
E ora l’annunciato pensionamento di Dieter Zetsche, plenipotenziario Daimler, l’uomo-simbolo del marchio Mercedes, dalla F1 fino alle lussuose vetture da strada. Non sarà facile rimpiazzare dirigenti di questo spessore: hanno tenuto la scena con autorevolezza, navigando lungo rotte sicure, a dispetto della crisi del 2008 che ha messo a rischio il futuro dell’automobile.
La grande paura è passata, il volano delle vendite si è rimesso in moto e i grandi costruttori hanno risalito pian piano la china. Ma ora si tratta di misurarsi con una rivoluzione epocale, quella delle auto elettriche, iperconnesse e a guida autonoma.
Uno scenario suggestivo che richiede visioni importanti ma anche politiche realistiche, capaci di traghettare l’auto di oggi (con i vecchi totem diesel e benzina) verso un approdo che sembra obbligato. Tutto questo in un passaggio progressivo e graduale, che non alteri il mercato e mantenga intatta la fiducia dei consumatori-utenti.
Ecco perché  un marchio premium come Mercedes ha deciso di affidarsi a Ola Kallenius, già delfino di Zetsche. Ma soprattutto responsabile dell’area sviluppo. Quella che abbraccia in particolare i nuovi prodotti come la serie elettrica EQ, da poco inaugurata.
Da maggio prossimo il manager svedese, 49 anni, riceverà il testimone. E dovrà dimostrare sul campo le qualità di concretezza ed equilibrio che tutti gli riconoscono.
Entro il 2022 produrrà 130 veicoli Daimler elettrici o elettrificati. E per la guida autonoma punterà risolutamente su shuttle e van. Questo tipo di veicoli, che si muove su rotte più o meno fisse e collaudate, dovrebbe inaugurare la generazione di auto-robot. In attesa di intere città cablate e pronte a dialogare con le vetture. Buona fortuna Ola, il futuro è già qui.
Giuseppe Tassi
Ultima modifica: 14 Febbraio 2019