Il Diesel viaggia ancora alla grande. Pare condannato a un progressivo pensionamento, ma al momento è ancora un’eccellenza sulle lunghe trattare. L’ultimo della sua razza, almeno per la Stella a tre punte, è un vero highlander. Classe C Station Wagon tiene alto il vessillo della familiare a gasolio sfoggiando con orgoglio lo OM 654 M, il quattro cilindri sul quale Mercedes investito 3 miliardi di euro.
Un canto del cigno spettacolare, che a nostro avviso genera più di un dubbio sulla decisione europea di abbandonare questa alimentazione-. Sarà il propulsore endotermico che uscirà di scena per ultimo nella gamma, fanno sapere dalla Casa, prima della marea elettrica. Un lungo e irreversibile addio a quanto pare, che ormai tutti hanno fissato per i motori a combustione. Quelli della Stella a tre punte caleranno la bandiera a scacchi nel 2030, quando il piano di investimenti da 40 miliardi di euro su batterie e affini avrà fatto il suo corso. Incontestabile, pare.
Sarà, ma al momento il motore Diesel conserva delle prerogative non raggiungibili dagli altri propulsori termici e ancor di più dagli elettrici. Nei prossimi anni la mitico pare destinata a cambiare, ma no sarà così presto. Per fare un esempio: il prototipo Vision EQXX, sempre di Mercedes, prefigura un modello elettrico in grado di percorrere 1.000 km con una carica. Senza dubbio un portento di efficienza, per le EV. La C 300 D in prova, che concept non lo è da un pezzo, con l’ausilio del mild hybrid e di un serbatoio capiente ma non da record, 66 litri, ha sbancato. Performando una percorrenza reale nel nostro test di 17 km con un litro di carburante, che proietta l’autonomia a oltre 1.100 km. Meglio rispetto al il miglior prototipo elettrico della Casa.
E non v’è dubbio che adottando la stessa guida, molto attenta, di solito applicata alle vetture elettriche il raggio di azione della quinta generazione della familiare media di Mercedes possa crescere di un altro paio di centinaia di chilometri. Di fatto rende possibile attraversare la nostra penisola da cima a fondo senza necessità di rifornimento.
Scusate se è poco, ma i fatti sono chiari. La giardinetta diesel (c’è anche a benzina, ma in Italia è una nicchia) con l’ibrido leggero, in attesa della versione plug-in, si candida, con doti eccellenti, a regina della stradista.
Il quattro cilindri è protagonista quasi assoluto
Supportato da un sistema mild hybrid, ovvero con rete di bordo a 48 V e con l’alternatore-starter ISG (un moto-generatore) inserito al posto del volano. Permette la funzione di veleggio, l’effetto boost, con una potenza in addizione di 20 cavalli e 200 Nm di coppia, e il recupero di energia per migliorare i consumi. I quali sono bassi in ogni situazione, ma senza mortificare le prestazioni, anzi. Il due litri Diesel con di 265 cavalli e 550 Nm di coppia offre una spinta paragonabile a quella di un prestante tre litri a gasolio di qualche anno fa. L’accoppiata del Diesel, spinto da due turbo a geometria variabile e intercooler, col cambio 9G-Tronic gratifica con scatto e ripresa prontissimi.
La familiare media, che ha 25 anni storia, è cresciuta sotto tutti gli aspetti, di forma e sostanza. Restando però sotto ai 4,8 metri di lunghezza e soprattutto sciorinando la consueta qualità costruttiva e in quasi tutti particolari. Abbinata un comfort, acustico e di marcia sempre da riferimento assoluto e a una buona abitabilità. Il bagagliaio offre una capacità di carico adeguata. Sempre in un contesto molto ordinato e pratico. Nulla è lasciato al caso.
Come ci si aspetta l’abitacolo è al vertice. Accoglie con materiali pregiati, finiture e assemblaggio fedeli agli standard proposti nei decenni. Presentati in chiave moderna dalla plancia digitale dominata dallo schermo centrale da 11,9 pollici. Si interagisce bene con il sistema MBUX di seconda generazione. Ancor di più con la realtà aumentata nella navigazione, di serie sull’allestimento Premium Pro. Un plus non banale.
Scenario speciale
Senza alcun dubbio si guida o si viaggia in un contesto moderno e molto elegante, esaltato da ottimi sedili dall’efficace supporto lombare, che garantisce benessere su qualsiasi distanza. La C Wagon non fa differenze di percorso. A suo agio in città, tangenziale e autostrada e anche su tratti impegnativi. Elevata la precisione di guida, grazie al raffinato schema di sospensioni. Davanti ci sono i quadrilateri all’avantreno, al posto del McPherson delle passate generazioni. E dietro le multi-link a cinque leve. A richiesta c’è il retrotreno sterzante. Il comportamento dinamico è di alto livello.
Il tutto è coadiuvato da un pacchetto di sistemi di assistenza alla guida (ADAS) di secondo livello piuttosto zelante. Ma meno brusco del passato, che rende sempre l’auto facile e piacevole da controllare. Si fa sentire la piattaforma MRA permette un risparmio di 100 kg rispetto alla precedente generazione. Contribuisce a bilanciare comodità e comportamento dinamico. Un contesto speciale, di vertice come il prezzo, che per la La 220 d (200 cv+20 cv, 440 Nm di coppiaI parte da da 52.710 euro e per la 300 d (265 cv +20cv, 550 Nm) da 57.437 euro. Ma si viaggia davvero nell’eccellenza.
Leggi ora: Mercedes GLC, la prova su strada
Ultima modifica: 15 Marzo 2022