In marzo sono state immatricolate nell’Europa Occidentale (UE+EFTA+UK) 1.387.924 autovetture con una crescita del 62,7% sullo stesso mese dell’anno scorso. Purtroppo questa crescita non rappresenta l’effettiva situazione del mercato dell’auto perché il confronto si fa con marzo 2020 che è stato il mese in cui la pandemia ha cominciato ad mordere. Per avere un’idea dell’effettivo andamento del mercato – avverte il Centro Studi Promotor – occorre dunque fare il confronto con l’ultimo marzo “normale” che è quello del 2019.
Questo confronto – secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – mette in evidenza un calo di ben il 21,6% che riflette una situazione di mercato ancora estremamente difficile in tutta l’Europa Occidentale sia per le chiusure delle concessionarie in molti paesi sia, e soprattutto, per l’impatto della pandemia sull’economia e quindi sulla propensione all’acquisto di autovetture da parte di privati e imprese. Va tuttavia segnalato – prosegue Gian Primo Quagliano – che in questa situazione particolarmente difficile continuano a crescere ovunque le immatricolazioni di auto elettriche e ibride, ma la dinamica positiva della domanda per questo tipo di vetture non è sufficiente per compensare gli effetti negativi della pandemia.
Analizzando l’andamento per paese, il quadro appare fortemente differenziato con una crescita eccezionale in Italia (+497,2%) e con un calo del 18% in Olanda. Ovviamente la causa di queste differenze è dovuta ad impatti molto differenziati dell’inizio della pandemia nei diversi paesi dell’area.
Confrontando l’andamento dei maggiori mercati dell’Europa Occidentale, e cioè Germania, Regno Unito, Italia, Francia e Spagna, nel primo trimestre 2021 con quello del primo trimestre 2019, emerge che la Germania accusa un calo del 25,4% e le prospettive per i prossimi mesi appaiono ancora cupe, mentre si conferma che anche in tempi difficili come quelli attuali continua la crescita delle auto elettriche pure (+252% in marzo 2021 su marzo 2020) e delle ibride con la spina (+278% sempre in marzo 2021 su marzo 2020), mentre le diesel perdono il 5%.
Nel Regno Unito le immatricolazioni del primo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2019 fanno registrare un calo del 39,3% con una forte contrazione della domanda dei privati, mentre per quella delle aziende compaiono segnali di tenuta. Anche qui elettriche pure e ibride con la spina (plug-in) crescono e conquistano una quota di mercato del 13,9% anche grazie ad un’offerta sempre più ampia ed aggressiva.
Per l’Italia il confronto tra primo trimestre 2021 e primo trimestre 2019 evidenzia un calo del 16,9% che è più contenuto sia di quello dell’intera Europa Occidentale che di quello degli altri componenti della pattuglia dei cinque maggiori mercati. La ragione del risultato meno negativo dell’Italia è dovuta al fatto che nel nostro Paese sono stati previsti incentivi anche per le auto con alimentazioni tradizionali e con emissioni non superiori a 135 gr/km che hanno avuto un notevole successo.
La questione incentivi
Purtroppo lo stanziamento per questi incentivi si è esaurito l’8 aprile e quindi si prevede che l’effetto incentivi potrà protrarsi ancora per qualche settimana grazie all’evasione degli incentivi prenotati entro l’8 di aprile, ma, a partire dalla seconda metà di maggio, l’impatto negativo degli effetti della pandemia sul mercato dell’auto rischia di diventare catastrofico. Anche in Italia crescono comunque le immatricolazioni di auto elettriche pure e con la spina (+240% nel periodo gennaio-marzo 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020).
In Francia nel primo trimestre 2021 il calo rispetto al periodo corrispondente del 2019 è del 20,2%, mentre il risultato in assoluto peggiore nel primo trimestre di quest’anno lo fa registrare la Spagna che accusa una contrazione delle immatricolazioni sul primo trimestre 2019 del 41,3% e secondo Noemi Navas (ANFAC), la ripresa appare molto lontana anche perché l’economia ha accusato il colpo di una Pasqua senza turismo e non mostra certo segnali di ripresa.
Il commento di Andrea Cardinali, Direttore Generale dell’UNRAE
“L’esaurimento dei fondi per la fascia 61-135 g/km di CO2- commenta Andrea Cardinali, Direttore Generale dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere – non è una buona notizia per l’ambiente: il ciclo di sostituzione del parco circolante in Italia, avviato con discreti risultati nei mesi scorsi proprio grazie a questi incentivi, tornerebbe di nuovo a rallentare, rimanendo sempre il più lento fra i cinque maggiori mercati, con una età media delle vetture di 11,5 anni, che è di poco inferiore ai 13 anni della sola Spagna ma, rispetto a questa, con un parco di 1,5 volte più grande e quindi con impatto ambientale maggiore“.
“Il confronto con i principali mercati europei – afferma Andrea Cardinali – evidenzia ancora una volta l’arretratezza italiana riguardo ai principali indicatori. Questi gap non derivano solo da una congiuntura macroeconomica più difficile, ma anche e soprattutto da fenomeni oramai strutturali tipici del settore, che vanno affrontati con provvedimenti rigorosamente strutturali”.
Cardinali ribadisce quindi le misure che l’UNRAE sollecita: “Gli Ecobonus sulla fascia 0-60 g/km di CO2, vanno assolutamente mantenuti sino al 2026 per accompagnare la transizione energetica. Ribadiamo la necessità di un allineamento agli standard europei sulla fiscalità dell’auto aziendale, da sempre vessatoria ed oggi ulteriormente penalizzata dalla mancata conversione al ciclo WLTP delle soglie per il fringe benefit. Infine, occorre un piano pluriennale di investimenti pubblici diretti, ma anche di sgravi fiscali ai privati, per lo sviluppo di una rete di ricarica elettrica veloce, diffusa ed omogenea sul territorio nazionale”
Leggi anche: Finiti gli incentivi auto più richiesti
Ultima modifica: 16 Aprile 2021