Piaccia o no, è una compagna di vita. Con lei si trascorre un bel po’ di tempo. Più o meno un’ora e mezza al giorno. Perché dell’auto ormai pochi possono (o meglio, vogliono) fare a meno.
La relazione che diverse persone hanno con la propria automobile si fonda sull’amore esclusivo e incondizionato: nessun ‘tradimento’ con altri mezzi, bus o bici.
Ma c’è anche chi – un po’ per scelta, un po’ per necessità – sta cambiando modo di fare. Va bene la macchina, senza però disdegnare le alternative. L’ultimo osservatorio sulle abitudini di guida di UnipolSai rivela sostanzialmente questo. On Emilia Romagna e nelle Marche, come in Italia, l’utilizzo della macchina privata è ancora consuetudine consolidata, anche se nel 2018 risulta lievemente in calo rispetto all’anno precedente.
Una tendenza che ha i crismi della strutturalità? «È presto per dirlo – ragiona Flavio Menichetti, responsabile auto di UnipolSai –, per entrambe le regioni aspettiamo di capire quale sarà l’andamento nel 2019. Il dato di fatto è che nel 2018, anno al quale è riferito il nostro monitoraggio, in alcuni mesi c’è stato un aumento del costo del carburante coinciso con un calo dei consumi. Uno dei fattori determinanti è proprio il prezzo del carburante».
Che a volte è tanto alto da convincere qualcuno a rinunciare alla propria vettura. È la necessità. L’osservatorio della compagnia bolognese – condotto con l’analisi dei dati di circa quattro milioni di automobilisti assicurati con la scatola nera Unibox installata sul veicolo – dice che in Emilia Romagna si sta al volante per 284 giorni all’anno, nelle Marche per 293 (in Italia 286).
Significativo il caso di Bologna, città che registra il picco verso il basso: ‘solo’ 276 giorni di utilizzo. Più che una questione di necessità, in questo caso di scelta. «Nel capoluogo emiliano-romagnolo – ragiona Menichetti – sono stati potenziati i servizi di mezzi in condivisione, come il car sharing e il bike sharing. E c’è un efficiente funzionamento dei mezzi pubblici».
Vuol dire che, quando le alternative all’auto ci sono davvero, i cittadini le prendono in considerazione. Dagli autobus ai tram, passando per la cosiddetta sharing mobility, ovvero la mobilità condivisa.
L’Emilia Romagna vanta alcuni primati, come testimonia il rapporto nazionale sulla sharing mobility. Uno su tutti, Modena in vetta alla classifica italiana per numero di noleggi effettuati in media da ogni iscritto al car sharing free floating.
Espressione inglese che descrive la possibilità di noleggiare un’auto per poco tempo, prelevandola in una determinata zona e lasciandola in un’altra.
Cresce anche il car pooling (il viaggio condiviso tra più utenti con una sola vettura), mentre Marche ed Emilia Romagna sono al primo e al secondo posto per percentuale di auto ecologiche (17,8% e 17,3%, osservatorio Autopromotec su dati Aci).
Un occhio alle tasche, un altro all’ambiente
Eppure stare troppo tempo in auto può anche portare problemi di salute. «Una posizione sedentaria costante – spiega l’ortopedico Francesco Lijoi – genera un rilassamento muscolare. In particolare degli addominali. Quando questi ultimi sono poco tonici, si tende ad avere una postura sbagliata in piedi. E si incorre in problematiche come le lombalgie».
Malanni possono anche essere provocati da una «contrattura riflessa da tensione muscolare. Diverse ore alla guida nel traffico sono molto impegnative dal punto di vista psicologico». Possibili conseguenze: mal di testa, dolori cervicali o alla schiena.
Giuseppe Catapano
Ultima modifica: 16 Dicembre 2019