Le vendite globali di auto elettriche sono aumentate del 43% nel 2020 raggiungendo oltre 3 milioni di veicoli, malgrado il crollo del 20% del mercato globale delle auto durante la pandemia di coronavirus.
In Europa le vendite di auto elettriche sono più che raddoppiate, con oltre un milione di veicoli venduti (contro 350mila nel 2019), spingendo il Vecchio Continente oltre la Cina come il più grande mercato del mondo.
I cinque mercati nazionali più dinamici sono stati in Cina (1,3 milioni), in Germania (400mila), negli Stati Uniti (300mila), in Francia e ne Regno Unito (entrambi a 200mila).
L’Italia, invece, si è fermata a 32.500 auto elettriche vendute, tanto che sono rimasti inutilizzati 80 milioni di bonus.
Uno dei fattori cardine di questo successo è il calo dei costi delle batterie al litio, che sono diminuiti del 90% nell’ultimo decennio. Questo ha spinto molto la competitività dell’auto elettrica rispetto alle auto a endocombustione.
Di conseguenza, più di 600 modelli di auto elettriche arriveranno sul mercato entro il 2025 e in base alle previsioni più accreditate entro il 2030 oltre la metà dei nuovi veicoli venduti sarà elettrica. «L’Italia pesa per poco più del 3% delle immatricolazioni di auto elettriche a livello europeo, a fronte del 12% del totale delle immatricolazioni di autovetture in Europa», fa notare lo Smart Mobility Report dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano.
La distribuzione per zone geografiche è molto eterogenea: il Nord Italia conta per circa il 70% delle immatricolazioni totali di auto elettriche, seguono il Centro Italia al 24% e il Sud Italia al 6%.
Secondo il rapporto, l’obiettivo di un parco circolante di 6 milioni di veicoli elettrici al 2030, indicato dal Piano nazionale energia e clima, «appare evidentemente ambizioso, se rapportato alla dimensione attuale del parco di auto elettriche circolanti».
La percentuale di rinnovabili sulla produzione elettrica
Non possiamo però sottovalutare come la diffusione dei veicoli elettrici rappresenti uno dei fattori chiave da cui ripartire nel nuovo scenario determinato dal Covid-19, in particolare per l’Italia, che svetta per la sua alta percentuale di rinnovabili sulla produzione elettrica. «Con una quota di rinnovabili intorno al 37%, le emissioni di un veicolo elettrico in Italia risultano del 55% inferiori rispetto a un veicolo diesel», spiega il rapporto. In Europa, del resto, l’effetto ripartenza c’è già stato.
Elena Comelli
Ultima modifica: 26 Maggio 2021