L’esame Antitrust sul dossier Fca-Psa va ai supplementari e gli ostacoli che le due case automobilistiche dovranno superare per diventare insieme il quarto costruttore al mondo preoccupano il mercato finanziario. Pesanti le vendite su Fca, che ha perso il 7,7% a Milano, mentre Psa ha perso il 10,02% a Parigi.
A riportare l’attenzione sulla fusione annunciata l’anno scorso, e che dovrebbe realizzarsi all’inizio del 2021, sono le indiscrezioni che vorrebbero la commissaria Margrethe Vestager intenzionata ad avviare un’indagine approfondita, per valutare eventuali posizioni dominanti del nuovo conglomerato, soprattutto nel segmento dei minivan.
Sulla carta le due case automobilistiche avrebbero dovuto fornire ai commissari una documentazione aggiuntiva e possibili opzioni per evitare l’allungamento dei tempi di pronuncia sul dossier, ma la scelta è stata quella di non procedere in questa direzione.
Da qui la possibilità che il 17 giugno la Commissione Ue comunichi l’apertura di una vera e propria istruttoria che potrebbe durare per quattro mesi, innescando una serie di slittamenti a catena.
Le perplessità dell’autorità si concentrano, in particolare, sul rischio che la quota di mercato nel settore dei veicoli commerciali leggeri possa andare ben oltre la soglia del 30% a livello europeo, con il risultato che il nuovo gruppo possa di fatto concentrare nel suo perimetro oltre un terzo del mercato in questione.
Dal 1978 è infatti operativa la joint venture Fiat-Psa in Italia, che peraltro Fca e Psa producono in parte assieme alla Sevel in Val di Sangro dal 1978, e a Valenciennes.
L’Europa potrebbe anche richiedere ai due costruttori di tagliare la propria rete di stabilimenti (e di dealer), nelle regioni europee dove la loro quota di mercato, sommata, eccede il 40%.
In Italia nel 2019 si è arrivati a un soffio da quella quota fatidica: i brand Fca (Fiat, Alfa Romeo, Lancia e Maserati) più quelli Psa (Peugeot, Citroen e Opel) hanno infatti rappresentato il 38,41% del mercato.
La Commissione, però, potrebbe anche scendere a livello regionale e provinciale, come avvenne a suo tempo quando, nel settore dei camion, Fca fuse Case con New Holland.
Sono in dubbio i tempi, non la fusione
L’apertura dell’istruttoria appare oramai, secondo alcune fonti, scontata e l’allungamento dei tempi potrebbe in qualche misura mettere a rischio le scadenze immaginate per la fusione.
Tutto dipenderà dalla posizione dei commissari e dalle garanzie (o condizioni) che gli stessi decideranno di porre ai fini del via libera alla fusione. «Sapendo che sia Tavares che Manley hanno sempre dichiarato che avrebbero fatto qualunque cosa pur di arrivare a risolvere i problemi sollevati dall’Antitrust», si tratterebbe solo «di una questione di allungamento dei tempi mentre non vediamo rischi per la fusione», evidenziano gli analisti di Equita, ma «il closing si sposterebbe dal 1° al 2° trimestre del 2021»
Elena Comelli
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Ultima modifica: 12 Giugno 2020