BW’s o MBK Booster è lo storico scooter, di piccola cilindrata di Yamaha Motor, che ha letteralmente segnato l’epoca dei cinquntini.

E’ stato il simbolo degli anni ’90. Prodotto all’interno dello stabilimento francese MBK e commercializzato in Europa con il nome di MBK Booster. Mentre, sul mercato nordamericano erano noto con il nome di Yamaha Zuma.

Il cinquantino degli anni 90

Nasce nel 1985 il progetto di realizzare uno scooter dotate di ruote piuttosto alte. Da qui, nacque infatti la denominazione di BW, vale a dire big wheels. Giunse da lì a poco la prima presentazione ufficiale presso il Salone di Tokyo nel 1988. La prima idea del progetto era quella di creare un veicolo a due ruote, di media cilindrata, che fosse destinato al solo mercato interno giapponese e a quello americano.

Non fu delle migliori la risonanza che ottenne alla prima presentazione ufficiale. Diverso fu, invece, il discorso del Salone di Parigi l’anno successivo. Tanto che, la produzione si spostò all’interno dello stabilimento francese di ciò che poi divenne la MBK Europa. Le consegne del nuovo veicolo partirono sin dal 1990. da quel momento in poi, il veicolo fu per tutti noto come MBK Booster, oppure nella versione franzese Yamaha BW’s.

Tra il ’90 e il ’91 il Booster MBK cominciò ad essere fortemente richiesto sul mercato. Pochi anni più tardi, nel ’94 si aggiunsero le prime modifiche nelle caratteristiche principali, quali l’adozione dei freni disco nella parte anteriore, che sostituirono il freno a tamburo del modello originario. Solo nel 2010 fu la volta del nuovo modello 125 che mostrava una parte meccanica totalmente differente, con un propulsore a due tempi e un nuovo motore a quattro tempi.

Sia lo scooter che la moto divennero il mezzo di locomozione prescelto dai ragazzi negli anni ’90. Ecco allora che, se negli anni ’80 a dominare la scena c’erano i ciclomotori  come Ciao, Bravo o il Si del marchio Piaggio, oltre ai miti di quegli anni come la Vespa, negli anni ’90 gli scooter segnarono una vera e propria svolta epocale.

Se paragonati ai vecchi ciclomotori, gli scooter furono un netto passo in avanti, perché erano senza dubbio più pesanti e di dimensioni più importanti. Mostravano anche uno stile e un design più sportivo e graffiante. Divennero in breve tempo il sogno di ogni adolescente di quegli anni. Possederne uno scooter era un primo passo per sentirsi parte del gruppo, inoltre, allora non c’era neppure bisogna di conseguire il patentino per poterlo guidare.

A questo si aggiunga anche il fatto che in quegli anni era molto importante apportare delle piccole modifiche al proprio scooter per potenziarne le capacità e la potenza, in modo da spingerlo al massimo. Gli scooter sono stati quindi il veicolo a due ruote più amato degli anni 90. Se ne trovavano di ogni stile e colore, tanto da trasformarsi in breve tempo in veri e propri miti.

Uno tra quelli che ebbe maggiore successo, fu senza dubbio il Typhoon Gilera, con pneumatici maggiorati che garantivano il perfetto controllo del mezzo anche sui terreni più pericolosi. Fu poi anche l’epoca della Piaggio che lanciò il suo NRG, uno scooter sportivo dall’elevata velocità. Dotato di freno a disco anteriore, gruppo termico a due tempi e testata in alluminio, avviamento elettrico con starter e miscelatore automatico. Seguì poi la seconda serie con il modello MC2, che mostrava un importante restyling della parte posteriore e una nuova sella biposto, per poi lasciare il posto alla successiva versione Extreme, con introduzione del contagiri.

Sempre nel ’92 Piaggio presentò lo Zip, uno scooter da dimensioni compatte, linee moderne, che ottenne un notevole successo. Era particolarmente leggero e poteva essere potenziato per ottenere maggiori prestazioni. A partire dal ’93 furono presentate nuove versioni dello stesso dotate di altre innovative soluzioni estetiche , oltre che tecniche. Era la volta dello ZIP Fast Rider, lo Zip Disc, lo Zip RST e il FR.

Nello stesso anno anche Aprilia presentava i suoi modelli di scooter dal design sportivo e prestazioni di tutto rispetto. Come soluzioni tecniche c’erano il freno a disco anteriore, avviamento elettrico, oppure con kick starter. Mentre, sia nelle colorazioni, che nelle linee, gli scooter Aprilia si ispiravano alle sue stesse moto. Si trattava delle moto che ufficialmente gareggiavano nei campionati di 125cc e 250cc. Trai vari modelli, non si può certo dimenticare quelle Max Biaggi e Romboni, che prendevano a modello proprio le rispettive RS da competizione.

I colori della prima erano il nero e grigio scuro, mentre la seconda era in livrea argento. Seguirono nuove edizioni e rivisitazioni di questi modelli, ma sono ancora oggi in produzione. Il primo restyling che ne rivide totalmente le forme, finì per conferire allo scooter un design meno bombato e più moderno. La fonte di ispirazione primaria, tuttavia, restavano sempre le moto da competizione, come quelle guidate da Valentino Rossi o Loris Capirossi. Non a caso, proprio quest’ultimo prestò il suo volto ad una pubblicità per il nuovo modello SR50 Stealth. Chiaramente, la caratteristica di fondo dei modelli Aprila era l’elevata velocità di punta.

 

Ad un anno di distanza dal primo debutto di uno scooter del marchio Aprilia, seguì nel ’93 il lancio commerciale dello Scarabeo. Si trattò di uno scooter da 50cc che mostrava uno stile molto raffinato ed elegante. Le sue linee erano state ridefinite e rese più moderne, le ruote alte gli consentivano di essere perfettamente adatto per la guida in città. Da lì a poco, lo Scarabeo 50 si impose come un veicolo di punta sia in città, che nelle più piccole realtà locali. Forte della sua enorme maneggevolezza e praticità di guida, riuscì a guadagnarsi il successo non solo del pubblico maschile, ma anche di quello femminile. Ancora oggi è in produzione e non smette di essere tra i veicoli a due ruote maggiromente richiesti dal mercato.

Concorrenza con il phantom

Rivale di grande stile per il modello MBK di Yamaha nel ’94 fu il veicolo prodotto da Malaguti, la casa motociclistica bolognese, che lanciò il Phantom F12. Si trattò di un modello che fu in grado sin da subito di risucotere un gran successo di mercato, guadagnandosene anche una buona fetta. Mostrava una linea particolarmente grintosa che ricordava la nota caccia militare, da qui il suo nome originale.

Tra le caratteristiche principali di questo scooter c’erano il raffreddamento ad aria, il freno a disco anteriore, mentre era a tamburo quello posteriore, nonché un cruscotto con tre quadranti. Questi erano rispettivamente uno per il contachilometri, un altro per indicare il livello del carburante benzina e un terzo per l’orologio. Anche questo fu uno tra gli scooter più richiesti negli anni ’90.

Caratteristiche

Ritornando alle caratteristiche del modello MBK Booster di Yamaha, questo mostrava uno stile da cross senza rivali. Grazie alle sue ruote alte, consentiva di affrontare qualunque tipo di tracciato, anche quelli sabbiosi. La sua produzione ebbe inizio nel 1988, ma il suo successo divenne norme quando fu distribuito anche in Europa, non solo Giappone e America.

La sua commercializzazione venne affidata ad MBK per quel che riguarda il Vecchio Continente. Le richieste sul mercato furono tali che, al modello originale, seguirono altre versioni. Ricordiamo tra queste il modello Track, il Rocket e lo Spirit. Fu proprio quest’ultimo ad ottenere il maggior successo e ad essere lanciato nel ’96, tanto da restare una vera e propria icona degli anni ’90 ancora oggi.

Gli anni ’90 furono il periodo di maggior successo per i veicoli a due ruote di media e piccola cilindrata che si prestavano alla guida dei teenagers. Erano gli anni dello scooter e fu proprio allora che si impose sul mercato, tra gli altri, il modello progettato e distribuito da Yamaha, l’MBK Booster. Diventerà l’icona delle nuove generazioni di quegli anni.

Ultima modifica: 22 Marzo 2018