Volkswagen è stata citata in giudizio presso un tribunale tedesco da Greenpeace Germania e dall’attivista ventenne Clara Mayer, di Friday for Future. Non si tratta di Dieselgate: i querelanti accusano Volkswagen di non aver fatto abbastanza per combattere il cambiamento climatico.

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Tempo fa Greenpeace e la Mayer avevano presentato a Volkswagen una serie di richieste, fra cui la cessazione della produzione di motori a combustione interna entro il 2030 e la riduzione delle emissioni di carbonio di almeno il 65% rispetto ai livelli del 2018 entro il 2030. L’azienda, che per le dimensioni delle sue attività è fra le più impattanti al mondo in termini ambientali, ha respinto le richieste, costringendo Greenpeace e Mayer a rivolgersi a un tribunale per fare causa.

“Volkswagen è un grande produttore di CO2”, dice l’avvocato dei querelanti, Roda Verheyen, “tanto da equivalere a uno Stato, con una corrispondente responsabilità per la protezione del clima. Gli Stati emettono pochissima CO2, menter le imprese come Volkswagen ne emettono molta, e lo fanno a livello globale. Ciononostante, le imprese tedesche e internazionali pensano ancora che il proprio percorso e il proprio impegno per la protezione del clima possano essere poco chiari e vaghi”.

Questa causa si inserisce in un fenomeno che sta sempre più prendendo piede negli ultimi mesi: da sempre le grandi aziende vengono accusate di comportamenti discutibili in termini ambientali, ma solo recentemente queste hanno iniziato davvero a finire davanti a un giudice. L’apripista di questo fenomeno è certamente una sentenza di un tribunale olandese dello scorso anno, attraverso la quale si è ordinato al colosso petrolifero Shell di ridurre le proprie emissioni: primo caso di una società privata ritenuta giuridicamente responsabile delle proprie emissioni.

“Volkswagen è sinonimo di protezione del clima e decarbonizzazione nel settore dei trasporti, ma non può affrontare questa sfida da sola”, dice un portavoce dell’azienda ai media, “Il compito di progettare misure adeguate spetta al Parlamento. Le controversie giudiziarie civili attraverso azioni legali contro società non sono il luogo o il modo per rendere giustizia”.

Ultima modifica: 10 Novembre 2021