Lo stabilimento Mini di BMW ad Oxford, in Gran Bretagna, chiude i battenti per quattro settimane (a partire dall’1 aprile). Anche la fabbrica Vauxhall di Peugeot a Ellesmere Port, nel Cheshire, ferma la produzione, per due settimane. Si tratta in entrambi i casi di mosse pianificate mesi fa, volte ad affrontare eventuali disagi legati alla Brexit con no-deal (senza accordi).

BMW, che produce intorno al 15% dei circa 1,5 milioni di veicoli circolanti nel Regno Unito, ha anticipato la sua chiusura estiva ad aprile, in modo da “minimizzare il rischio di eventuali interruzioni delle forniture in caso di Brexit con no-deal”. Il gruppo PSA, che in Gran Bretagna costruisce modelli Opel Astra brandizzati Vauxhall, ha confermato la chiusura annunciata a fine 2018.

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Nonostante dunque siano stati allungati i tempi per l’uscita di scena della Gran Bretagna dall’Unione Europea (la data limite era il 29 marzo 2019. Si parla del 12 aprile, ma si potrebbe andare ancora oltre), le due aziende automobilistiche hanno comunque voluto procedere con il loro piano di rallentamento della produzione.
Si tratta per tutti e due i marchi di arresti organizzati con larghissimo anticipo, per i quali sono state programmate le ferie dei dipendenti e le consegne dei fornitori: un lavoro di pianificazione importante. Le dinamiche politiche, così altalenanti, sono per questo impossibili da seguire e dunque BMW e Peugeot non hanno avuto la possibilità di modificare i propri piani.

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Ultima modifica: 2 Aprile 2019