Aston Martin non naviga in buonissime acque, a quanto pare. La società britannica ha infatti annunciato l’intenzione di tagliare 500 posti di lavoro, nell’ambito di un programma di riduzione dei costi necessario a ridare vigore agli affari, soprattutto dopo il periodo di stallo alla produzione causato dall’emergenza Coronavirus.

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L’impatto della pandemia di Covid-19, che ha messo in difficoltà non poche aziende automobilistiche, ha reso ancora più gravi e urgenti i problemi finanziari che Aston Martin si trova ad affrontare già da qualche tempo (sin dal 2018). La strategia di rilancio basata sul nuovo e atteso primo SUV della casa, l’Aston Martin DBX, non ha ancora dato i suoi frutti: anche qui, il Coronavirus ha ritardato produzione e consegne.

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Aston Martin si è dunque ritrovata a dover cercare una soluzione drastica per allontanare lo spettro di una crisi letale. L’azienda ha dichiarato che nel corso delle prossime settimane darà avvio a una serie di concertazioni con le parti sociali, in modo tale da trovare un accordo il più indolore possibile per gli inevitabili 500 (per ora la cifra è questa) esuberi.

“Le misure annunciate”, fa sapere Aston Martin in una nota ufficiale, “ridimensioneranno la struttura organizzativa e allineeranno i costi con livelli di produzione di auto sportive ridotti, coerenti con il ripristino della redditività”.

Ultima modifica: 4 Giugno 2020