Viabilità sostenibile, in Nord Europa circolano solo ibride

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Il tema della sostenibilità ambientale è un tema attuale e trasversale. Attuale perché, grazie anche all’impulso della giovane e tenace Greta, il tema è stato riportato nei salotti buoni della politica internazionale, ma anche nelle piazze, nelle scuole, nelle strade. E proprio le strade, sono una delle fonti maggiori di preoccupazione per chi si intende di sostenibile ambientale: la produzione di emissioni in atmosfera che avviene quotidianamente sulle strade italiane ed europee è sicuramente nella Agenda dei nostri politici. Detto questo, si diceva che il tema della sostenibilità ambientale è un tema trasversale, ossia un tema che ha ricadute su tutti i settori produttivi, sui servizi, e così via. Ma volendo focalizzare solo l’attenzione alla viabilità sostenibile, certamente, un modello che si potrebbe mutuare anche in altri Paesi.

Il Nord Europa è green

A differenza degli altri Paesi Europei, nel Nord Europa vi è già una grossa rappresentanza di automobilisti che hanno scelto le trazioni alternative, ibride in primis. Si tratta di un primo passo verso una mobilità più sostenibile secondo diverse accezioni: le auto ibride sono infatti sì sostenibile dal punto di vista ambientale, ma anche dal punto di vista economico. Vediamo perché il modello del Nord Europa in tema di viabilità (o mobilità) sostenibile, è un modello che funziona.

Nei Paesi del Nord – ma anche in altri, sebbene i segnali siano più timidi – il percorso sembra essere segnato: i veicoli utilizzati nelle aree urbane stanno passando gradualmente all’elettrificazione al cento per cento, anche perché sono stati superati (per o meno in parte) i limiti della trazione elettrica: le infrastrutture sono state adeguate, la popolazione è stata ben informata, i limiti tecnologici stanno via via passando in secondo piano, perché in parte risolti.

Autonomia e numeri

Ma, tra i limiti dell’elettrico, di sicuro permane quello dell’autonomia: anche i costruttori capaci di fare gli sforzi più ingenti in questo senso, sono riusciti a immettere sul mercato auto elettriche capaci si percorre non più di 150 chilometri con un solo pieno di energia. Certo i tempi di ricarica rispetto al passato si sono ridotti drasticamente, ma difficilmente si può pensare di intraprendere un viaggio lungo a bordo di un’auto elettrica al 100 per cento. Pertanto, una buona soluzione – che infatti si è diffusa nei Paesi nel Nord, ma anche in altri, sembra essere la trazione ibrida. Con queste auto dalla doppia anima – elettrico e benzina/Diesel – si può infatti ottimizzare la mobilità in funzione della circostanza. Vediamo perché.

Vediamo cosa dicono i numeri: secondo le statistiche che nei Paesi del Nord Europa si concentra un terzo delle vendite di automobili elettriche a livello mondiale tanto che, Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia totalizzeranno entro il 2030 circa 4 milioni di unità elettriche, il che significa 15 volte tanto il numero di veicoli attualmente in circolazione.

Come funziona l’ibrido

L’ibrido ha il merito di unire i vantaggi della doppia trazione, endotermica ed elettrica. Semplificando al massimo, infatti, la trazione ibrida funziona così: il motore elettrico è impiegato per mettere in movimento il veicolo e per muoverlo quando procede a basse velocità, naturalmente a condizione che le batterie (agli ioni di litio) siano cariche. A tal proposito, negli ibridi tradizionali la frenata rigenerativa ricarica la batteria – dunque lo stile di guida influisce sull’autonomia – sfruttando l’energia cinetica, mentre negli ibridi plug-in la ricarica può avvenire da fonte esterna.

Quando il veicolo supera una certa velocità, interviene il motore endotermico, che si comporta esattamente come un qualsiasi motore Diesel. E’ chiaro che per sfruttare il potenziale del veicolo, le soluzioni ibride devono essere impiegate in contesti in cui emergano i plus, ossia la silenziosità del veicolo e il risparmio di carburante – quindi di emissioni in atmosfera – quando è in modalità elettrica. Va detto che dal punto di vista dell’offerta commerciale oggi l’offerta c’è ed è variegata, anche in termini di prezzi.

E in Italia?

Il Governo italiano, sul fronte dell’incentivazione alla viabilità sostenibile, ha messo a punto due provvedimenti:

  1. Da un lato l’Ecobonus, ossia un bonus che va a premiare l’acquisto delle auto con trazioni non inquinanti, dunque sostanzialmente elettrico. Rientrano nel bonus anche anche alcune ibride, ma non tutte, perché l’Ecobonus offre un incentivo su tutte le auto nuove vendute tra il primo marzo 2019 ed il 31 dicembre 2021, con emissioni di CO2 fino a 70 g/km e con un prezzo di listino fino a 61.000 euro IVA inclusa (50.000 Iva esclusa). Nel merito, per auto che generano emissioni da 0 a 20 g/km l’incentivo è pari a 4.000 euro, ma l’importo scende a 1.500 euro per auto con emissioni da 21 a 70 g/km;
  2. Dall’altra parte ha messo a punto una tassa – la molto contestata ecotassa – che invece va a scoraggiare l’acquisto di vetture ritenute inquinanti. Inquinanti ma pur sempre nuove, dunque con motori efficienti, moderni, innovativi, tecnologici e, soprattutto, Euro 6. Nel merito, dal primo marzo scorso fino al 31 dicembre del 2021, coloro che decideranno di acquistare un’auto capace di immettere in atmosfera un quantitativo di emissioni tra 161 e 250 g/km devono pagare un importo – al momento dell’acquisto – che va da 1.100 euro fino a 2.500 euro;
  3. In questo scenario, va detto che l’Italia, tra gli ultimi Pesi in classifica per quanto riguarda la vendita di auto elettriche, conquista il podio con i veicoli ibridi e a metano.

Ultima modifica: 30 Dicembre 2019