L’esordio della Vespa elettrica risale al novembre scorso. Quando, in occasione di una affollatissima e imperdibile Eicma ha avuto la sua première. Oggi la Vespa Elettrica torna a far parlare di sé perché le è stata assegnata una mission non di poco conto: con tanto di livrea istituzionale, è la “moto elettrica ufficiale” dei Carabinieri, in particolare della Scuola Marescialli dal Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri. Vediamo nel dettaglio.

La Vespa in versione elettrica

Se la si guarda senza porre troppa attenzione, la Vespa in versione elettrica è di fatto identica al modello tradizionale di Casa Piaggio. Quello che cambia, vien da sè, è la motorizzazione. Elettrica, appunto. Il motore è infatti cento per cento elettrico e dunque a emissioni zero.

L’autonomia – normale punto di debolezza dei veicoli a trazione elettrica – non è invece affatto malvagia: la Casa Madre assicura 100 chilometri di percorrenza con una sola ricarica. Quanto all’efficienza del pacco batterie, sono garantiti 1000 cicli di ricarica completi, il che significa che non sono precluse le ricariche parziali.

Per ricaricarla è sufficiente utilizzare l’apposito cavo – il quale si può comodamente alloggiare nel sottosella – e attaccarla anche a una semplicissima presa domestica, tipicamente quella del proprio box. Ma, chiaramente, se si ricorre alle apposite colonnine di ricarica poste nei centri urbani, il tutto avverrà in tempi minori: si stimano circa 4 ore.

La versione per i Carabinieri

Tornando alla Vespa elettrica in versione Carabinieri, si tratta – per ora – di due esemplari soli consegnati, come si diceva, alla Scuola Marescialli. I motocicli elettrici saranno usati per gli spostamenti all’interno della Scuola e per qualche mission nel vicinato.

La Scuola Marescialli – va detto – ha una spiccata anima eco-friendly, basti pensare che è presente un importante impianto fotovoltaico, nonché altre vetture – questa volta a quattro ruote – sempre 100 per cento elettriche.

Detto questo, la Vespa Elettrica di Piaggio si presta molto bene agli spostamenti nei centri urbani anche perché, del resto come la sua alter ego tradizionale, si districa molto bene nel traffico e nelle strade (strette) dei centri storici. In più non inquina e dunque non le sono precluse le zone a traffico limitato, zone che, come è noto, stanno fiorendo nei comuni di tutta Italia.

Ultima modifica: 18 Marzo 2019