A distanza di oltre trent’anni dalla sua invenzione, il dispositivo start and stop è sempre più diffuso. Cerchiamo di capirne tutti i pro e i contro per l’auto.

Come funziona start and stop

 

Viviamo in un periodo di crescente sensibilità per la salvaguardia dell’ambiente. Gli effetti negativi del riscaldamento globale del pianeta sono sotto gli occhi di tutti. I dispositivi di spegnimento automatico dei veicoli in sosta vengono montati sulle automobili e servono a evitare inutili sprechi di carburante. Siamo di fronte a una tecnologia utilissima e in continua evoluzione, studiata non tanto per i lunghi percorsi, ma per i cicli di guida urbani. Quando la nostra automobile è ferma davanti a un semaforo, a un passaggio a livello oppure è incolonnata nel traffico delle ore di punta. Dal punto di vista tecnico, la parte più complicata del sistema di start and stop si trova nel meccanismo di riavvio del motore. Quando il semaforo diventa verde, la ripartenza dev’essere immediata. Ma, al tempo stesso, anche dolce e graduale per tutti i passeggeri. In genere questi dispositivi si attivano quando, dopo essersi fermato, l’autista preme la frizione, lascia il cambio in posizione di folle e rilascia il pedale della frizione. Solo a questo punto il motore si spegne. Analogamente, basta schiacciare nuovamente la frizione e inserire la prima per riavviare il motore. Più semplice il procedimento nel caso di automobili dotate di cambio automatico, dove è sufficiente togliere il piede dal freno.

Convenienza

 

Qualche anno fa, quasi tutto il dibattito sullo start and stop si riduceva sul costo del dispositivo in sé. Col passare del tempo, invece di essere un accessorio, è entrato a far parte della dotazione di serie della maggior parte dei veicoli di ultima generazione, anche di bassa gamma. Ciò vale per quasi tutti i modelli delle più note case automobilistiche. Volkswagen, Fiat, Mercedes, Audi, Smart lo propongono di serie in un numero crescente di veicoli. Lo start and stop è specialmente indicato per la guida in contesti urbani, dove tra andata e ritorno le persone passano anche due o tre ore in macchina nelle ore di punta. Le lunghe code in tangenziale andando e tornando dal lavoro mettono a dura prova non solo gli utenti, ma anche i motori, continuamente sollecitati tra accelerazioni e arresti. Gli effetti negativi, non sono solo legati all’usura dei veicoli, ma anche per il portafogli e per le ripercussioni sull’ambiente. Studi recenti hanno dimostrato che questi sistemi diminuiscono le emissioni di CO2 nell’aria. In media, il risparmio, che è determinato da molti fattori diversi, può variare tra il 5% e il 10%, ma può spingersi anche oltre. Difficile quantificarli con precisione, ma su periodi medio lunghi il risparmio sul costo del carburante è apprezzabile e interessante. La tecnologia continua a migliorarsi. I sistemi montati sui modelli più recenti sono in grado di individuare persino i rallentamenti graduali. Alcuni sensori hanno una sensibilità tale da riuscire a staccare il motore mentre il veicolo si sta fermando, evitando ulteriori sprechi.

Pro e contro per l’auto

 

Il primo vantaggio di questo dispositivo sta nel fatto che può essere disattivato. Questo aspetto la dice lunga sul fatto che si tratta di una buona soluzione. Non ci troviamo di fronte al solito accessorio che può anche dare dei problemi e sul quale non possiamo intervenire. Al contrario, ogni utente può scegliere se e quando usarlo. In generale lo start and spot è un sistema tanto intelligente quanto positivo. Qualcuno può anche non apprezzarlo ed è bene che questa libertà rimanga. Infatti, per amore di verità, bisogna anche segnalare che, col passare del tempo, possono insorgere alcuni problemi. Tutti sappiamo che in ogni motore il momento dell’avvio è tra i più delicati. Spegnere e riaccendere spesso l’auto in sosta coinvolge tutta una serie di componenti complessi che entrano in gioco a ogni accensione. Soprattutto la batteria e il motorino di avviamento. Su alcuni modelli, il dispositivo può persino non riuscire ad attivarsi quando il motore è ancora freddo. Oppure può entrare in conflitto con altri dispositivi, come per esempio il climatizzatore acceso. Un difetto comune si manifesta, alle volte, al termine di un viaggio in autostrada e quindi dopo un tratto percorso a velocità media elevata. Al casello, infatti, il motore si spegne mentre viene pagato il pedaggio. Ma quando riparte, la turbina è costretta a riattivarsi senza aver avuto il tempo sufficiente per raffreddarsi. Un’auto equipaggiata di sistema start and stop richiede batterie compatibili, in genere costose, rispetto agli altri accumulatori. Il motivo è semplice. Occorre che le batterie siano più resistenti e più veloci nel ricaricarsi visto che devono reggere molte più accensioni rispetto alle macchine normali.

I vantaggi per l’ambiente sono indubbi. Per fortuna, anche il mercato dell’auto sta dettando nuovi imperativi tesi a far rispettare l’ambiente. Una nuova sensibilità per la cura dell’ambiente e per l’aria che respiriamo, impone oggi di inquinare di meno. Anche chi continua a ignorare alcuni temi, è di fatto costretto a confrontarsi con le nuove normative. I sistemi di start and stop servono anche a rientrare nei valori di emissione di anidride carbonica imposti dalle amministrazioni comunali. Anche alcune delle campagne di incentivi seguono questa linea. Chi acquista, sceglie di usare o chiede di installare un dispositivo di questo tipo dimostra nei fatti di avere una mentalità molto “green“. Sì, perché in caso di guasto o comunque durante la normale manutenzione, si spenderanno in media più soldi non solo per le batterie, ma anche per l’alternatore e per il motorino di avviamento. Inoltre, l’esperienza di numerosi automobilisti dice che sistemi di questo tipo, alle volte, possono usurarsi causando lievissimi disagi. Uno dei casi più diffusi è quello relativo al ritardo della riaccensione. Ciò avviene specialmente quando altri componenti elettrici sono in funzione o a pieno regime. Pare che uno dei punti deboli sia spesso il climatizzatore nei periodi di gran caldo. Tuttavia, alla luce di quanto detto, si può affermare che gli svantaggi sono complessivamente trascurabili di fronte all’assicurazione di una riduzione media dei consumi intorno al 10%.

Ultima modifica: 29 Agosto 2017