Punti patente: come funzionano e come si perdono

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I punti patente possono essere perso o riguadagnati, a seconda del comportamento che teniamo quando viaggiamo su strada. Non tutti conoscono però i casi in cui possono essere persi e soprattutto quanto ci vuole e come fare per recuperarli.

Qui di seguito, a beneficio di voi automobilisti distratti, offriamo alcune informazioni che pensiamo possano esservi utili.

Come funzionano i punti patente

Il meccanismo, in soldoni, prevede che se ti comporti male alla guida perdi punti, mentre se ti comporti bene ne guadagni. Ogni azione sbagliata prevede delle specifiche sanzioni e un numero esatto di punti che verranno sottratti.

Il portale del Ministero

Il sito internet di riferimento da visitare in prima battuta è “il portale dell’automobilista”, che è gestito dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Tra i servizi offerti da questo portale, tutti gratuiti, c’è per l’appunto la verifica dei punti patente; ma si possono anche controllare la scadenza del permesso di guida e quella della revisione. Sarà sufficiente registrarvi per avere accesso al portale.

Un altro modo per conoscere la propria situazione punti è chiamare il numero telefonico 848-782782 (basta seguire la voce automatica). In questo caso, però, il servizio è a pagamento: si paga il costo di una chiamata urbana.

Perché si perdono i punti patente

I punti patente si perdono ogni volta che si commette un’infrazione sanzionabile con la sottrazione di questi. La normativa prevede una specifica tabella in cui, per ogni comportamento errato, vi è un numero preciso di punti da ritirare. A seconda della violazione, si possono perdere 10, 8, 6, 5, 4, 3, 2, 1 punto.

Tanto per citare alcuni casi, basti dire che si possono perdere 10 punti nel caso che si prenda una curva contromano, mentre comporta la perdita di un solo punto l’uso disinvolto dei fari.

Il numero di punti che si perdono viene raddoppiato se al volante c’è un neopatentato: questo vale per i primi tre anni.

Alla sottrazione di punti si procede ogni qual volta le autorità competenti vengono raggiunte dalla notifica di eventuali violazioni. La decurtazione è annotata sul verbale di contestazione, dopodiché viene anche registrata nell’archivio nazionale degli abilitati alla guida. L’automobilista ne riceve comunicazione a casa.

Nel caso in cui non venga subito accertato chi era la persona alla guida, il proprietario della macchina è obbligato a far sapere a chi ha elevato la multa, entro sessanta giorni dalla data di notifica del verbale, i dati anagrafici e della patente di chi era al volante al momento della commissione dell’infrazione.

Se il proprietario non lo fa e non dà una spiegazione documentata del ritardo, va incontro a una sanzione amministrativa che può anche superare i mille euro.

Ultima modifica: 17 Settembre 2018