Si chiama patentino ADR e riguarda tutti gli autisti che trasportano sia con mezzi pesanti che leggeri carichi pericolosi: la definizione è abbastanza ampia e con il passare degli anni si è ulteriormente ampliata perché se fino a qualche anno fa il carico pericoloso era fondamentalmente soltanto qualcosa di esplodente, tant’è che le forze armate e militari erano nell’obbligo di patentare tutti i propri addetti carristi dedicati al trasporto di proiettili, polvere da sparo o altro, oggi per materiale pericoloso si intendono anche le cisterne che caricano gas o carburante (dalla semplice benzina al GPL) ma anche chi veicola materiale radioattivo o altamente corrosivo.
Materiale pericolo: infiammabile, esplodente e radioattivo
Sicuramente a tutti è capitato di vedere delle cisterne con un segnale arancione che sintetizza la tipologia del carico: quasi sempre si tratta di cisterne dedicate all’approvvigionamento delle stazioni di servizio. La cosa è abbastanza normale, in modo particolare di giorno: meno consueto è vedere camion, quasi sempre scortati, che trasportano materiali con carica radioattiva stoccati in sicurezza dentro cassoni con doppi e tripli fondi o cisterne speciali dedicate al trasporto di acidi.
Abbiamo visto, anche per via di qualche incidente purtroppo dagli esiti drammatici non molto tempo fa, che per quanto pericolosi i carichi delle cisterne dedicate a carburanti e GPL viaggiano regolarmente di giorno anche in ora di punta: i rischi sono gli sbalzi di temperatura, in particolare in estate, ma soprattutto gli incidenti. Se è vero che le cisterne di nuova generazione ormai sono concepite per ridurre al minimo i potenziali rischi di un esplosione o di un incendio, è altrettanto acclarato che quando una cisterna che trasporta GPL verrà urtata in un tamponamento da un altro mezzo pesante, ci saranno dei morti.
Non molto tempo fa sul trafficatissimo raccordo di Borgo Panigale nei pressi di Bologna, una cisterna di GPL fu coinvolta in un incidente stradale che provocò due morti e almeno una settantina di feriti, dieci dei quali gravemente ustionati. Il traffico rimase bloccato per due giorni e un cavalcavia fu seriamente danneggiato dall’esplosione.
Ma se il rischio è così ingente, basta un patentino speciale per ridurre i rischi di vittime e feriti? Sicuramente no, ma la fatalità non guarda in faccia nessuno, nemmeno chi ha una normale patente di guida e conduce un’utilitaria. Tuttavia il patentino serve a far sì che gli autisti abbiano la consapevolezza di che cosa trasportano, sappiano come intervenire in caso di una dispersione del carico, abbiano la freddezza di prendere la decisione meno impattante di fronte a un rischio.
Patentino ADR, classi di rischio e tipologie
Il patentino ADR, la sigla deriva dal francese e sta per Accord Dangereuses Route, è un documento indispensabile riconosciuto a livello internazionale: si tratta di un’autorizzazione amministrativa che consente a un conducente che abbia superato una lunga serie di accertamenti psicofisici, morali, attitudinali e professionali il mezzo pesante più pericoloso in assoluto. Non è una documentazione che si può ottenere “da privatista” ma viene riconosciuta solo attraverso una serie di corsi e di test – anche piuttosto costosi – mutuati da agenzie e scuole guida legalmente riconosciuti.
Dal 2007 il codice internazionale prevede che il patentino ADR sia necessario anche per i cosiddetti mezzi leggeri, i furgoni al di sotto delle 3,5 tonnellate: in questo senso le istituzioni amministrative sono andate incontro ai conducenti che non hanno ad esempio una patente per mezzi pesanti ma possono candidarsi alla guida di mezzi dedicati al trasporto di materiali pericolosi con un furgone. L’esame per il conseguimento del patentino ADR non è molto diverso da quello delle altre patenti: un corso per superare i test teorici che vengono effettuati con dei quiz e una prova pratica che viene effettuata su strada con un esaminatore.
Più complesso è invece l’insieme delle sostanze e dei prodotti che sono inseriti nella gamma dei trasporti pericolosi: in tutto parliamo di 13 classi a seconda del pericolo reale che essi rappresentano. Queste tredici classi sono suddivise in quattro tipi di certificazioni differenti: una volta conseguito il patentino dovrà essere rinnovato presso la motorizzazione civile ogni cinque anni con una modalità molto rigorosa: in pratica l’esame dovrà essere sostenuto da capo, teoria e pratica.
Le sanzioni per chi guida un mezzo pericoloso
Si diceva di quattro tipologie di permesso: il Patentino ADR tipo B – prevede un corso base e si riferisce a sostanze pericolose di minore impatto, il Patentino ADR tipo A si rivolge invece a chi trasporterà cisterne di carburanti infiammabili ed esplodenti; ci sono poi il Patentino ADR – tipo B per gli esplosivi e quello per il materiale radioattivo.
Il programma d’esame verte sulle nozioni contenute nel trattato ADR, si parla di un trattato riconosciuto a livello internazionale, e che ogni due anni è oggetto di aggiornamento. Il sito del Ministerio dei Trasporti, o più facilmente qualsiasi sede della Motorizzazione Civile, espongono gli argomenti dell’esame ADR.
Nel nostro paese il patentino ADR viene considerato un vero e proprio certificato di abilitazione professionale, fa curriculum, e più specifica è la preparazione dell’addetto più interessante sarà la sua posizione sul mercato dei conducenti. Quella degli autisti di trasporti pericolosi è sicuramente una categoria professionale molto richiesta.
I conducenti che vengono sorpresi alla guida di un carico pericoloso senza averne le qualifiche e che dunque non sono in possesso del patentino ADR, rischiano grosso: l’articolo 168 del Codice della Strada prevede il fermo del mezzo, una sanzione personale da 1700 a 6700 euro la sospensione della carta di circolazione e della patente di guida per un periodo da due a sei mesi.
Vale la pensa soffermarsi per un istante su una vicenda che ha riguardato il nostro paese: alcuni anni fu verificato che molti conducenti andavano a dare l’esame per il patentino ADR in Slovenia dove se la cavavano con un week end di test e circa 600 euro di spesa senza dover superare tutti i blocchi della burocrazia italiana. La cosa finì sui giornali e fu oggetto anche di un’interrogazione parlamentare ma il dato di fatto è che il patentino può essere ottenuto in uno qualsiasi dei paesi aderenti al protocollo e se non si interviene con dei vincoli il rischio è che ci possa essere la corsa a questa “facilitazione” in paesi più tolleranti del nostro.
Ultima modifica: 13 Giugno 2019