Moto d’epoca: quali sono i modelli più belli

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Il collezionismo di moto d’epoca non è per tutti: occorre una passione sfrenata, una grande competenza che consenta di distinguere l’affare dalle “sole” e anche una discreta disponibilità economica perché i mezzi non si trovano facilmente, spesso costano, ma soprattutto bisogna investire sul loro restauro.

Intanto partiamo dalle normative: una moto viene considerata d’epoca se la sua immatricolazione supera i vent’anni e in questo caso il proprietario può richiedere il certificato ASI, l’iscrizione all’Automotoclub Storico Italiano; una volta che la moto avrà compiuto i suoi trent’anni dalla prima immatricolazione potrà accedere ai vantaggi fiscali che consistono solo in una tassa di circolazione ridotta mentre la tassa di proprietà viene versata solo se la moto circola regolarmente su strada. Da lì si passa al mercato che è davvero molto florido.

Moto d’epoca, quante scoperte in garage e nei lasciti

Se è indubbiamente vero che la maggior parte delle moto d’epoca si trova presso concessionari, collezionisti, meccanici, un buon 20% del mercato arriva quando meno te l’aspetti da un vecchio garage, in un’eredità di qualche lontano parente che ha dimenticato la sua vecchia due ruote in officina o addirittura all’aperto, abbandonata come un rottame.

L’industria motociclistica italiana che è ancora estremamente attiva a livelli di grande eccellenza, ha prodotto delle vere opere d’arte che sono amatissime e molto ricercate: la classica Vespa con autentici pezzi unici che risalgono all’immediato dopoguerra come la 98, o la V1 e la 125 bacchetta, fino a pezzi più recenti ma molto amati come il Primavera, o il 150GL e il 150GT che risalgono agli anni ’70.

Di Vespe d’epoca esiste un immenso mercato di mezzi e pezzi di ricambio originali. Di pari passo con la Vespa è di enorme successo anche la Lambretta, altro simbolo di un’epoca felice e spensierata. Prodotta dal 1948 al 1971 la Lambretta è considerata un classico del collezionismo d’epoca: tantissimi i modelli prodotti, a volte diversificati da pochi dettagli come sella o scocca, ma non sono moltissimi i pezzi oggi a disposizione del mercato.

La Piaggio Farobasso del 1947 viaggia su una valutazione che oscilla intorno ai 70 mila euro; per una Lambretta o uno Scoiattolo si arriva anche ai 30 mila euro per un mezzo restaurato e perfettamente in ordine.

Dalla vecchia Harley Davidson alle BMW: oltre a Guzzi e Morini

I motociclisti italiani hanno sempre avuto grande scelta se si parla di mezzi veloci o gran turismo: dalla Morini, alla Guzzi, alla leggendaria MV Agusta protagonista di tanti successi dei campionato mondiale con il grande Giacomo Agostini, all’Aprilia. La produzione della Guzzi è immensa e affascinante: si trovano mezzi meravigliosamente conservati anche del 1929. La 500V e la 500S sono richiestissime e quasi introvabili, sono moto del 1936.

Poi arrivano Alce, Stornello, Galletto, Airone, Falcone, Falchetto e il mitico Guzzino che nel primo dopo guerra era la risposta al successo dei mezzi leggeri della Piaggio. La bellezza di collezionare Guzzi è che ci sono davvero tanti mezzi a disposizione sul mercato e i collezionisti Guzzi sono appassionatissimi ed estremamente competenti. Stessa competenza anche per chi colleziona le Harley Davidson: le prime moto americane arrivano nel dopoguerra. Moto pesanti, leggere, sidecar… c’è davvero molto da scegliere e l’imbarazzo della ricerca.

Lo scorso anno sono state trovate da un fortunato cacciatore di pezzi da collezione un sidecar e una moto Harley Davidson degli anni ‘40 abbandonati nella campagna di Grosseto. Restaurarle costerà migliaia di euro ma sono mezzi che potrebbero diventare di valore inestimabile. C’è poi un’altra moto amatissima dal pubblico che è la BMW.

Oggi la gran turismo tedesca è la moto più venduta in assoluto in Italia: ci sono un’infinità di modelli perfettamente funzionanti e marcianti, in condizioni meravigliose che viaggiano oltre i cinquant’anni di vita.In questo momento in Italia c’è una delle BMW più antiche, datata 1937, una R12: motore con testate esterne, doppia sella, borsoni, trazione cardanica, tutte caratteristiche che hanno reso la BMW un marchio unico nel suo genere.

Molto amate le vecchie R75, sia nella versione turismo che sport, le R45. Per chi vuole affacciarsi al mondo delle moto d’epoca con mezzi e costi accessibili la R100 dei primi anni ’80 è sicuramente una scelta interessante: i modelli e le livree a disposizione sono moltissimi, il costo è accessibile.

Moto d’epoca rare, introvabili e autentici gioielli

Se abbiamo parlato di moto che hanno avuto una lunga storia e un mercato e che comunque sono state vendute in moltissimi esemplari nel nostro paese, è evidente che il collezionismo presti maggiore attenzione a quei veicoli che invece si conoscono appena e che sono autentiche rarità. In Italia esistono almeno una ventina di raduni destinati alle moto d’epoca, che finiscono poi anche per essere un punto di riferimento per il mercato del settore e dei pezzi di ricambio.

Ci sono poi due eventi fieristici di una certa importanza tra le quali spicca Finarte che ogni anno organizza una vera e propria battuta d’asta per moto di grande storia: il motivo per vendere gioielli del genere è evidente, necessità di realizzare e magari di investire su nuovi acquisti o semplicemente chiudere con il passato e monetizzare quanto si è investito.

Tra i gioielli, oltre alle Guzzi e alle Vespe d’epoca spuntano delle introvabili Rumi da competizione con oltre sessant’anni di strada e di vita, delle rarissime Moto Vaga, o delle Parilla, persino qualche Isoscooter… bombatissimo e curvilineo concorrente della Vespa prodotto dalla Isomoto nei primi anni ’50.

La Isomoto, nata nel dopoguerra in un magazzino che produceva frigoriferi a Genova, produsse moto interessantissime e un’auto, la Isetta, addirittura rivoluzionaria per la sua curiosa e avveniristica forma a uovo. L’auto fu prodotta in collaborazione con la BMW e salvò il ramo motoristico dell’azienda bavarese dal fallimento. A pensarci oggi sembra impossibile.

Così come forse solo i collezionisti sanno che la Maserati produsse anche moto che oggi sono ricercatissime dai collezionisti: una 160cc a quattro tempi del 1956 è stata battuta all’asta per poco meno di 10 mila euro mentre servono almeno 70 mila euro per garantirsi una delle pochissime Chater-Lea Forecar, una 600 centimetri cubici progettata addirittura nel 1903 famosa per i grandi successi sportivi che portò all’Inghilterra.

Ultima modifica: 5 Aprile 2019