Avete intenzione di acquistare una vettura proveniente da un Paese estero, ma non sapete come comportarvi in termini di importazione auto? Cerchiamo di capire quale tra le due tipologie di spedizione e ingresso in Italia, ovvero importazione diretta o parallela, è meglio scegliere.
Importazione auto parallela
A prima vista, comprare una macchina con l’importazione auto parallela può apparire un buon affare, soprattutto grazie al corso favorevole dell’euro. Solo che i prezzi, in genere, non possono essere paragonati in base a un rapporto 1:1. Quindi è bene considerare tutti i pro e i contro di questa operazione, pro e contro che possono non essere immediatamente visibili tenendo conto solo del prezzo.
Se si decide per l’importazione auto dall’estero si dovrà quindi tenere conto non solo del prezzo, ma anche delle spese di viaggio, del tempo necessario per le pratiche, delle spese di corrispondenza, di quella per i documenti e così via.
Non solo una questione di prezzo
Il prezzo che viene praticato nel Paese di esportazione e di cui l’acquirente deve tenere conto è quello netto, perché le imposte (per esempio l’Iva) vanno corrisposte nel Paese di importazione, cioè, nel nostro caso, in Italia. Sarà quindi conveniente acquistare da Paesi con un’alta pressione fiscale (per esempio Svezia, Norvegia o Danimarca) per i quali la differenza tra prezzo al netto delle tasse e prezzo con le tasse può essere importante.
Peraltro, l’Iva nel Paese di importazione va pagata solo per i veicoli nuovi (ovvero immatricolati da meno di sei mesi o con meno di 6mila chilometri percorsi). Questi mezzi sono venduti esentasse dal concessionario straniero, ma poi devono pagare l’Iva in Italia. Se però si tratta di importazione auto di mezzi usati, l’Iva è inclusa nel prezzo di vendita. Se ne deduce che se si compra una macchina usata, vanno preferiti i Paesi con una pressione fiscale più bassa. Laddove, come detto, vale la regola opposta se si tratta di macchine nuove.
Documenti necessari
Le carte necessarie per immatricolare in Italia una macchina comprata in un Paese straniero sono più o meno gli stessi di quelli che servono per un’auto comprata dentro i confini nazionali.
Per le auto nuove, ci vuole l’originale del cosiddetto COC, ovvero il certificato di omologazione comunitaria, nonché, ovviamente, i documenti che comprovano il pagamento dell’IVA.
Se l’auto è usata, bastano i documenti di circolazione e l’attestazione della radiazione dal registro veicoli del Paese straniero.
Come succede per le macchina comprate in Italia, anche per quelle importate bisogna autenticare il contratto di compravendita ai fini della immatricolazione e della iscrizione nel registro pubblico dei veicoli.
Di solito ci vorrà anche una traduzione certificata dei documenti, dato che è molto improbabile che nel Paese di provenienza vi forniscano documenti già in italiano.
Ultima modifica: 30 Novembre 2018